A volte le norme che ci diamo sono così illogiche che si fa fatica a capire quale principio le abbia ispirate. Parliamo dei divieti dei cani sulle spiagge. Se si va al mare con scogliera rocciosa, vedere cani con i padroni e la cosa più normale e semplice del mondo. Ci si convive una meraviglia, come per strada tra l'altro, come in qualsiasi luogo pubblico non delimitato da chissà quali divieti. Il discorso cambia se si accede alle spiagge autorizzate. Qui, tranne chi concede la possibilità di far entrare gli amici a quattro zampe, ne è vietato l'accesso. Ma perchè? E' come se ci volesse l'autorizzazione per far accedere le persone oltre al normale pagamento del pedaggio.

Qual è il problema ci si chiede? I normali e fisiologici bisogni? Per quello ci deve pensare il padrone, come quando lo porta a passaggio. Il problema è che invece, i divieti, sembrano perdurare anche quando i cani seguono il bon ton. Il presidente di Aidaa, Lorenzo Croce, sostiene di aver ricevuto, oltre alle lamentele per le multe, 2.500 segnalazioni di persone con cani allontanati dalla spiaggia o dai vigili o dalla guardia costiera. In alcuni casi sarebbero stati allontanati in maniera illegale dai bagnini o da altri bagnanti presenti sotto la minaccia di chiamare le forze dell’ordine. «Un risultato disastroso – ha dichiarato Croce – al quale contribuisce la babele di normative esistenti, circa 8.000 provvedimenti, uno per ogni 800 metri di spiaggia italiana che noi da anni denunciamo».