Il disturbo Borderline è menzionato nel manuale diagnostico (DSM) utilizzato dagli psicologi per individuare i sintomi tipici di una patologia mentale.
Tuttavia, il disturbo Borderline è difficile da individuare nonostante sia molto diffuso, infatti, chiunque potrebbe possedere i sintomi senza esserne consapevole.

Vediamo quali sono effettivamente le manifestazioni tipiche di questo patologia.

Cominciamo col dire che si tratta di un disturbo di personalità che si manifesta con forme di comportamento disfunzionale, cioè atteggiamenti non idonei alle normali
funzioni di creazione di legami, creando disagio sia al soggetto che ne è affetto, sia a colui che si relaziona con esso.
Molto spesso in una relazione interpersonale avviene che una delle due personalità sia più forte dell'altra, ma in questo caso la differenza diventa cosi eccessiva da superare ogni limite: si tratta di persone instabili ed impulsive, che tendono a idealizzare e svalutare l'altro allo stesso tempo. Tendenzialmente caratterizzati da una scarsa capacità riflessiva che si manifesta nella difficoltà a rendersi conto delle proprie azioni eccessive.

Utilizzando dei termini specifici, i tratti tipici di un Borderline sono l'istrionismo e il narcisismo. Nel primo disturbo sono frequenti sfuriate teatrali e crisi di pianto isterico con l'obiettivo di ottenere attenzione, approvazione e sostegno dagli altri. Spesso chi ne soffre ha avuto difficoltà durante l''infanzia nella soddisfazione dei legittimi bisogni affettivi -i bambini che ricevono cure se ammalati impareranno a cercare accudimento solo attraverso le lamentele.
Nel secondo si tende allo sfruttamento e alla manipolazione interpersonale, accompagnata da una grave mancanza di empatia che impedisce l'identificazione con l'altro e la comprensione della sofferenza a loro arrecata.
Nel caso di una relazione amorosa, il Bordeline teme l'abbandono e farebbe qualsiasi cosa per evitarlo. A causa del suo senso di inadeguatezza ad essere amato ha necessità di testare l'altro e arriverebbe addirittura a chiedere di convivere già dopo poche settimane oppure a minacciare il suicidio.
Paradossalmente crea delle situazioni di rottura poiché si "proiettano"nell'altro le peggiori intenzioni per paura di subirle.
Si tratta di un amore vampiresco in cui si cerca di risucchiare come un parassita tutto ciò che può dare l'innamorato.
Un altro tipico esempio che ci fa comprendere questa disfunzionalità avviene nel caso di una madre con invalidazioni emotive, termine medico che indica la difficoltà da parte delle figure genitoriali a riconoscere gli stati emotivi del bambino e rispondervi adeguatamente.

Come le persone a lui vicino possono comportarsi e cosa non devono assolutamente fare?

Relazionarsi con queste persone apparentemente all'inizio sembra portare molti benefici, l'attaccamento è istantaneo, ma a lungo andare sarà difficile per entrambi
evitare problemi.
Consigli: troncare il rapporto? O sperare in un cambiamento?
Tutti possono cambiare se solo si ha la consapevolezza della propria distorsione. Una possibile tecnica per affrontare una crisi del soggetto è tentare di fargli capire cosa si prova a subire le sue provocazioni, poiché anche lui è molto sensibile alle svalutazioni. In poche parole contrattaccare suscitando in lui una riflessione.
Una condotta da evitare potrebbe essere invece non incolparlo di ciò che fa, non attribuirgli emozioni che non prova.
Dunque, se ci troviamo a che fare con un parente, o amico, o amante che ha una crisi, la prima cosa da non fare è dire"è colpa tua!". Piuttosto, sarebbe meglio fare un bel respiro prima di rispondere alle sue sfide.

Esiste una cura?

Come abbiamo affermato poc'anzi, è possibile cambiare ma non senza un aiuto esterno: la psicoanalisi aiuta il soggetto alla scoperta e consapevolezza dei propri processi psichici, in virtù del fatto che la vita mentale è n gran parte inconscia e ne sono una prova i lapsus, le dimenticanze e i sogni bizzarri della quotidianità di ognuno di noi. Nei casi di pazienti Borderline è è risultata molto efficace la terapia dialettico-comportamentale, un approccio che unisce tecniche classiche della psicoterapia cognitivo-comportamentale (individuale o di gruppo) in cui si lavora sul vissuto del paziente e si dà supporto emotivo, e strategie di meditazione e riflessione come il "mindfullness", una terapia che rende consapevole il soggetto delle proprie azioni e insegna a gestire la sua impulsività.
Non è esclusa nei casi più gravi l'integrazione di una cura farmacologica a base di stabilizzanti dell'umore e farmaci neurolettici atipici che agiscono sulla motivazione e controllo delle dipendenze (sistema dopaminergico).

In conclusione, qualsiasi disturbo comportamentale provoca un cambiamento in chi ne soffre e soprattutto in chi lo circonda. L'importante è riuscire ad affrontare queste situazioni nel migliore dei modi, contando sull'esperienza di un esperto e la comprensione e pazienza dei familiari.