Il monastero di San Nicolò di Otranto ha presentato un progetto che riguarda la realizzazione di un nuovo monastero per le Clarisse, le Sorelle povere di Santa Chiara, più grande rispetto a quello in via Basseo dove sono state residenti generazioni di suore di clausura da circa due secoli e mezzo. La costruzione del nuovo convento si è resa necessaria in seguito ad un incremento di vocazioni.
Questo accade nella provincia di Lecce, sud Italia e non sono mancate le solite insinuazioni fatte da dal populismo circa questo boom di ragazze che scelgono di propria volontà una vita segnata dal silenzio e dalla preghiera: il convento è un alternativa di vita di fronte alla crisi economica lavorativa del nostro Paese?
Entrare in clausura è un percorso lungo, difficile e doloroso poiché essendo una vita in solitudine, spesso i familiari delle aspiranti novizie non accettano l'idea di non poter avere contatti con le figlie se non in giorni e ore prestabilite senza avere nemmeno un contatto fisico (le suore di clausura ricevono dietro una cella che impedisce loro di avere contatti fisici con il mondo esterno).
E' una realtà amara che può essere compresa fino in fondo solo da chi ha la vocazione ed è per
questo motivo che una volta intrapreso il cammino della clausura, molti ostacoli vengono posti alle novizie e non è detto che possano diventare suore a tutti gli effetti anche dopo anni di prove in convento: rientra nei poteri della Madre Superiore quello di allontanare una novizia qualora ella non sia ritenuta idonea allo stile di vita in un convento.
La vita in convento non è noiosa né tantomeno sprecata, servirebbe parlare con una giovane novizia per capire che la clausura è vista come un dono prezioso del signore e che la felicità risiede in quella vita. Io stessa ho avuto il privilegio di avere un amica che è entrata in clausura, anche io come tanti altri non capivo il suo desiderio e le domandavo se era sicura, la provocavo per cercare di vedere nei suoi occhi un segno seppur velato d'incertezza... non ho scoperto nulla se non una luce di speranza e fede che mi hanno convinta a gioire della sua scelta.
Dopo aver trattato ciò che accade al Sud, focalizziamo la nostra attenzione del fenomeno "vita consacrata" al Nord, precisamente a Trieste: sono trenta i seminaristi che si apprestano a diventare sacerdoti seguendo i voti di castità, povertà e obbedienza.

Secondo fonti triestine erano anni che i seminari vivevano una crisi di fede che portava sempre meno giovani seminaristi a intraprendere la vita sacerdotale, a quanto pare il vento è cambiato e la chiesa sente non solo il bisogno di attirare nuove generazioni di giovani credenti laici, ma anche di intraprendere un percorso di rinnovamento: il sacerdote anziano seppur saggio e forse più dotto rispetto a un giovane officiante potrebbe avere difficoltà a capire i meccanismi che girano intorno ai ragazzi sempre più preoccupati di leggere le notifiche sull i-pad piuttosto che cercare di sviluppare la propria spiritualità.
I dogmi e i contenuti della religione Cristiana non devono essere cambiati a seconda delle coscienze
che inevitabilmente sono mutate nel corso dei secoli, ma è indispensabile per rendere il messaggio Biblico più accessibile al giorno d'oggi, una guida spirituale più flessibile che renda la complessità della fede semplice e non lontana dalle nostre vite.

Continueremo il discorso iniziato con questo articolo, proponendo interviste ai ragazzi che si trovano in seminario, ad alcuni docenti e ex seminaristi che dopo anni di praticantato hanno deciso di abbandonare gli studi.