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Data: 23/06/2016 - Ora: 14:54
Categoria:
Tecnologia
Gli studenti hanno svolto il progetto di Alternanza Scuola-Lavoro
Oggi, mercoledì 22 giugno, nel luogo in cui abbiamo svolto il progetto di Alternanza Scuola-Lavoro abbiamo avuto il piacere di incontrare la signora Clara Quarta, Dirigente della società Clio S.p.A. Donna 60enne, intraprendente, sposata e mamma di due ragazze, ha offerto la sua disponibilità per essere intervistata da noi ragazzi. A seguire le domande che abbiamo preparato per la Presidente, e le relative risposte, per saperne di più su di lei e sul suo lavoro all’interno dell’azienda.
- Quali erano le sue aspirazioni in ambito lavorativo da giovane?
Da giovane, una volta presa la maturità, volevo iscrivermi ad Architettura perché era il mio sogno. Ma purtroppo nella vita si dice "l’uomo propone, Dio dispone". Un mese prima degli esami di maturità, ho perso mio padre in un incidente stradale, aveva 50 anni e dirigeva un’azienda abbastanza importante in città. Mi son messa sin da subito a lavorare con mio fratello, per cui sono stata circa vent’anni nell’azienda di famiglia e quindi le aspirazioni le ho dovute mettere in un cassetto. Nel frattempo mi sposai e con mio marito decidemmo, nonostante avesse da tempo la sua attività da ingegnere, di mettere su un’azienda come Clio e nel ’95 abbiamo iniziato questo progetto.
- Quindi a quanti anni ha iniziato la sua carriera?
Ho iniziato la mia carriera in Clio a 34 anni, ma ho lavorato da sempre, quindi a partire dai 18 anni ho intrapreso una "carriera" imprenditoriale.
- Ritiene che il suo percorso per diventare dirigente sia stato arduo?
E’ stato difficile, ma mi ha aiutato il fatto che già da quando avevo 18 anni ho iniziato ad avere a che fare con l’attività commerciale, con i dipendenti, con i collaboratori, con le esigenze delle aziende private e quindi è stato un qualcosa che si è creato nel mio DNA. Non c’è stato un momento in cui ho iniziato a studiare o a lavorare, ho imparato tutto attraverso l’esperienza.
- Quali sono le origini del nome Clio?
Inizialmente l’azienda era costituita soprattutto da donne. Avendo la maggioranza insieme alle mogli di due amici di mio marito, abbiamo deciso di chiamare l’azienda Clio, innanzitutto perché Clio è la musa della comunicazione e avere una società costituita da donne ha dato i suoi vantaggi all’idea. In seguito queste due signore si sono spaventate dell’attività imprenditoriale perché non avevano il famoso DNA che si ha quando si cresce in una famiglia di imprenditori e sono andate via, rimanendo da sola con il mio socio - nonché mio marito - nell’azienda. Tutt’oggi siamo ancora qui.
- Pensa che i successi della sua azienda siano stati raggiunti anche grazie al proficuo lavoro dei suoi dipendenti?
Sì, senz’altro, un’azienda non può andare avanti senza dei collaboratori intenzionati, coinvolti e affezionati. Io ho cercato di avere sempre un rapporto molto intenso e sincero con i miei dipendenti e questo ha dato modo di creare una famiglia che oggi si chiama Clio.
- Ha nuovi progetti aziendali per il futuro?
In questo tipo di attività i progetti non possono mai arrestarsi. Innanzitutto si deve sempre correre avanti perché è un lavoro che precede tutti gli altri. Tutto quello che nella realtà diventa necessità in termini di servizi innovativi, le aziende informatiche devono costruirlo prima altrimenti restano fuori. I progetti sono sempre tanti perché tante sono le necessità di cui parlavo prima.
- Ha mai pensato di espandere Clio in altre città italiane o all’estero?
Intanto l’attività di Clio è già dappertutto perché parliamo di attività telematica. Come azienda abbiamo voluto che la sede fosse qui a Lecce, nel Meridione, ma soprattutto perché quando noi siamo partiti, immediatamente abbiamo costituito una società A.I.I.P (Associazione Italiana Internet Provider). Essendo un’attività da pionieri, c’era il bisogno di affiancare le varie esperienze e attività. Quando siamo partiti siamo stati comunque tra questi 17 provider , il primo provider nell’Italia Centro-Meridionale, siam partiti prima del provider di Roma. In sostanza una sede fisicamente a Lecce ma telematicamente ovunque. Questa associazione ha continuato, poi, a espandersi, arrivando a circa 1.300 provider. In seguito alla famosa bolla, molti di questi hanno venduto, chiuso o cambiato compagine sociale. Nell’Associazione Italiana dell’Internet Provider noi siamo stati gli unici a rimanere fedeli alle origini come sede a Lecce, a rimanere con la stessa compagine sociale, quindi non abbiamo venduto o dato le nostre quote, rimanendo integri. Quando siamo partiti era un’era diversa dall’attuale in cui ci si può collegare con qualunque tipo di dispositivo, nella metà degli Anni ’90 ci si poteva solo collegare soltanto con modem e facendo la chiamata urbana ‘0832’ per non pagare le tariffe del telefono come interurbana. Se si telefonava a Lecce non si pagava nulla, mentre se si telefonava a Bari siccome cambiava il prefisso, la telefonata costava. Quindi, per ovviare a costi elevati di connessione, abbiamo creato altre piccole sedi di Clio, mettendole in altre città come Bari, Foggia, Pescara, Milano, Roma in modo da permettere agli utenti delle città di telefonare senza pagare la tariffa telefonica. Facendo questo abbiamo consentito non solo a Lecce ma anche ad altre città di poter utilizzare Internet. Se noi oggi volessimo mettere un punto Clio a Shangai o a Honolulu o dove si immagina che si possa, si può fare tranquillamente, però come sede e come indirizzo di città continuerà ad essere soltanto Lecce perché è un orgoglio per tutto quello che è avvenuto in questi 25 anni, continuare ad essere un’azienda come quando si è nati.
- Quali sono i requisiti personali che una dirigente deve avere?
Un dirigente o studia per essere un manager oppure ce l’ha nel DNA come ho detto prima, quindi quando si respira l’aria sin da piccoli in una famiglia di imprenditori, quelle tendenze diventano proprie, personali, uno se le ritrova senza studiarle, le assimila man mano, ma comunque bisogna saper guardare avanti, non correre, fare i passi un po’ per volta. Bisogna saper camminare, perché quando si fanno i passi troppo lunghi della gamba, dall’altra parte ci può essere sempre il vuoto quindi, è importante buttarsi, perché l’imprenditore deve rischiare ma con la consapevolezza di poterlo fare, non con la consapevolezza di trovare il buio, perché se trovi il buio è finita. Cadi.
- Abbiamo parlato dei requisiti di un buon dirigente, ora ci esponga le qualità professionali che deve presentare un suo futuro dipendente.
Abbiamo persone formate in ingegneria informatica perché l’azienda fa molta ricerca, poi ci sono lavoratori che hanno cominciato proprio dall’inizio di Clio attraverso vari corsi di formazione. Non ci sono requisiti predefiniti, bisogna formarsi nel settore e cercare di assimilare quello che viene definito "DNA" cioè pensare con la propria testa e proporre idee nuove, essere innovativi e non lavorare solo in vista dello stipendio.
- Ha mai messo il lavoro prima della famiglia?
Assolutamente no! Io ho sempre cercato, quando tornavo a casa di lasciare il lavoro da parte, come donna, ho voluto sempre essere una buona moglie e una buona madre. Tutto insieme si può fare a costo di sacrifici personali ma ho voluto sempre dividere il lavoro dalla famiglia, la mente di un imprenditore non si libera mai ma non ho mai voluto penalizzare la mia famiglia.
- Quali sono i successi professionali più importanti raggiunti negli ultimi anni dall'azienda?
Essere diventati fornitori certificati della pubblica amministrazione è una cosa molto importante perché bisogna avere dei requisiti specifici per restare al passo con gli altri colossi come Telecom, Wind , Bit, Fastweb. Noi oggi siamo quinti dopo questi. Siamo sempre rimasti accanto a questi colossi, Clio è l'unica ad avere italiano e ne andiamo fieri di questo. Trattiamo in maniera diversa i clienti rispetto alle altre aziende, per noi non sono dei semplici numeri ma abbiamo un rapporto diretto e personale con loro.
- La vostra è un'azienda privata?
Assolutamente si, è stata privata dal primo momento, certo è che nel caso arrivasse una persona con un’ingente somma di denaro per acquisirla potrei anche farlo. Pensate che una volta una nota azienda è venuta ad acquisire Clio, la proposta era abbastanza importante, ho rifiutato l’offerta e gli amministratori sono rimasti stupiti da questa decisione, tutt’ora questa azienda di cui non faccio il nome è in rischio fallimento se non lo è già… ma noi siamo ancora qua.
- Quali sono i comportamenti da assumere in caso di problemi con un dipendente?
Innanzitutto bisogna capire il motivo della presenza di questi problemi, perché se è un problema con me cerco di capire i motivi di questi problemi. Però devo dire che sostanzialmente non ho avuto grossi problemi con i miei dipendenti, perché ho sempre cercato di instaurare un rapporto più umano e personale, e proprio attraverso questo rapporto sono sempre riuscita ad avere sincerità da parte dei miei dipendenti. Sono infatti tanti i dipendenti che hanno dovuto lasciare l’azienda con rammarico, lasciando un abbraccio, proprio per via di questo rapporto.
- I rapporti con la sua famiglia cambiano nel posto di lavoro?
Cerco comunque di avere un rapporto più freddo nel posto di lavoro, non voglio che ci siano differenze; se mi devo confrontare con un mio famigliare all’interno dell’azienda (riguardo ambiti lavorativi) lo faccio e ad esempio è capitato diverse volte che mi sia confrontata con mio marito davanti ai dipendenti.
- Pensa che la presenza di elementi della sua famiglia sia utile o controproducente per il buon funzionamento dell’azienda?
Se all’interno dell’azienda sono presenti dipendenti gelosi, che si ingelosiscono, che non capiscono il nuovo rapporto del dipendete, potrebbe essere controproducente ma certamente non per me, lo sarebbe per il collega. Mentre secondo me è molto importante che ci sia una realtà oltre me e mio marito in azienda, perché comunque è sempre un occhio in più, che sta dalla mia parte. Un mio famigliare che entra in azienda di certo non entra al mio posto, deve anzi fare gavetta, capire come si puliscono le scrivanie prima di sedersi su un tavolo da dirigente e lavorare con le carte. Ai piani alti non do in mano la riservatezza, per esempio delle buste paga: non do a mia figlia l’accesso alle buste paga, proprio perché è un discorso che deve rimanere ai piani alti dell’azienda.
- Per concludere: di cosa si occupa e quali sono i servizi che l’azienda offre agli studenti e ai clienti?
L’Alternanza Scuola-Lavoro dà agli studenti la possibilità di capire come un’azienda di questo tipo è nata, come va avanti, quali sono i requisiti per entrarci. Clio si occupa di tante cose: siamo partiti come provider e abbiamo dato il servizio internet, però oggi Clio oltre ad essere come dicevo prima, un servizio della Pubblica Amministrazione, quindi con una rete riservata )servizi come quelli della Pubblica Amministrazione devono appoggiarsi a reti private e non pubbliche) è cresciuta tantissimo. Nel campo della formazione abbiamo fatto tantissimo. Noi ora abbiamo rapporti con la Sapienza di Roma e facciamo il discorso della formazione online che è il futuro – siamo diventati anche un polo didattico – e diamo la possibilità a chi non può permettersi grosse formazioni, di studiare da casa attraverso questo servizio. Collaboriamo inoltre con enti nazionali che si occupano di anti-corruzione, e attraverso questi collegamenti possiamo dire di essere parte attiva della società, in termini telematici. Sul sito sono comunque presenti delle chiare informazioni su cosa si occupa esattamente la Clio.
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