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Chi non vive con Te

Data: 13/11/2019 - Ora: 12:27
Categoria: Cultura

preghiere

Chicchi di preghiera

Chi non vive con Te

il tormento che Tu, mio Dio, condividi con quanti ti si fanno prossimi, non riesce a comprendere la passione per l’uomo che tu, da sempre, soffri.

I misteri della luce.

1. Il Battesimo di Gesù.
Il Padre ci invita all’ascolto di Gesù, che immerso nel Giordano – perché si compiano le scritture – in fila con i peccatori, aspetta di essere battezzato da Giovanni.
2. Le nozze di Cana.
Come l’acqua delle giare noi attendiamo di essere da Gesù trasformati nel vino della festa delle sue nozze divine, con l’umanità redenta.
3. L’annuncio del Regno.
Gesù, nella sua infinita misericordia, in parabole, annuncia il Regno dei Cieli aperto a noi peccatori.
4. La trasfigurazione di Gesù.
Davanti agli Apostoli, sul Tabor, Gesù, sovrabbondante di Spirito, s’illumina d’Amore – Splendore divino. In LUI il Padre si compiace.
5. L’istituzione dell’Eucaristia.
Dio nell’Eucaristia dichiare la sua fragilità – amore eccessivo per gli uomini – di cui non vuole fare a meno. Rimarrà perciò Pane eucaristico per noi, fino alla fine del tempo.

La solitudine per chi prega

è come una camera di registrazione musicale, in cui Dio, come melodia eterna, si espande e l’uomo, che ascolta le divine note, dal profondo di sé, amandolo risponde.

Mi piace ascoltare Dio

nel silenzio, mentre l’orologio a muro scandisce le ore della notte. Calcolo così il tempo da vivere ancora sulla terra, sempre più desiderosa di approdare al Cielo.

E’ difficile

esprimere a parole i sentimenti che genera Dio in noi presente – tenerezza, desiderio, speranza d’incontro – mentre attendiamo di vivere in LUI, nostro Cielo, eternamente.

Quando la vita

sembra riservarci solo giorni tristi e la fragilità senile rende i nostri passi incerti, all’improvviso il cuore intona un canto di lode a Dio, riconoscendo in LUI l’unica vera gioia offerta agli uomini.

Alla luce della Resurrezione

possiamo contemplare, luminosa la Croce, cui non è appeso però il Corpo del Cristo, ormai risorto. Aperta invece a libro, l’asse lunga del Patibolo, contiene il Pane mistico, cuore della divina e umana Passione.

Impariamo

negli anni – ed è Grazia – che la fragilità senile può divenire umile invocazione di aiuto dell’uomo a Dio, che, misericordioso, risponde.

Come il bambino,

con scuse e pretesti, trattiene presso di sé la madre, che ama troppo per lasciarla andare, così Tu, Signore, per mille eventi strani, fai attardare presso il tuo altare l’orante, che impetra grazie.

Come sposo

che, luminoso, esultante, esce dalla stanza nuziale, Gesù, Parola del Padre, si offre a noi, come salvezza dalle false idolatrie mondane.

Se è esperienza

comune a tutti noi aspettare parenti o conoscenti che devono arrivare, non ci è altrettanto nota la pazienza instancabile con cui Dio attende gli uomini, figli suoi, da abbracciare.

Il "tutto è compiuto"

di Gesù che muore in Croce, include anche noi, che saremmo venuti dopo nel tempo. La volontà salvifica del Padre, accolta dal Figlio, infatti non esclude alcun uomo, nato al mondo, né alcun secolo.

Continui ad umiliarti

davanti agli uomini, Signore!
Ti mostri piagato, crocifisso, sfigurato dal dolore, e, sull’Altare, nell’Ostensorio, ti riduci a una sottile particola di pane, pronto a lasciarti mangiare per saziare la fame del cuore dell’uomo.

E’ impossibile ignorarti!

Non può restare anonimo il tuo paradosso. Tu, il Dio glorioso, nascondi potenza e fulgore, per noi insostenibili, per rivelarti come Amore, inerme, povero, umile: una sottile sfoglia di pane.

Chi si rifiuta di amarti,

a Te rimprovera di non essere un Dio credibile, perché ti riveli fragile, impotente.
Chi, invece, ha un po' di fede crede nel tuo Amore, tanto grande da farti impoverire fino al totale svuotamento della tua immagine gloriosa.
Chi non ti ama, Signore, lasciamelo dire: non ha proprio cuore, per questo non ti riconosce, sopra tutti, amabile.

Abbandono la mia fragilità bambina alla tua volontà paterna,

Dio, che continui a condurmi sui ripidi sentieri della vita, finché giunta nel tuo Regno, mi farai, presso Te, riposare.

Dio ci chiama

a condividere, con LUI, la sua Passione, volendo convertire noi, crocifissori del Figlio, in divini corredentori.

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