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Data: 25/11/2020 - Ora: 11:46
Categoria:
Cultura
Preghiera e riflessione che ci invita a riflettere sul tempo che viviamo
Mio caro Gesù abbandonato,
a te rivolgo questa mia comunicazione, nata come lettera, convertita però presto in supplica diretta al Cielo. Tu leggi nel cuore orante dell’uomo pure le attese dei fratelli bisognosi di aiuto che vi sono racchiuse; conosci già quindi il grande dolore che ci abita da mesi, a causa della pandemia, che continua a mietere vittime, a migliaia.
Ridonaci la vita, mio Dio, perché ritorni, sulla terra, il sorriso e cessi lo smarrimento di cui, un po' tutti, soffriamo, angosciati.
E’ divenuta insostenibile la sensazione di solitudine, generata in noi dal pensiero che troppi amici ci hanno "lasciati, in un tempo assai breve. Tu certamente avrai accolto quanti sono morti, perché contagiati dal covid, da soli, negli ospedali. Per loro ti chiediamo un supplemento d’Amore per "l’abbandono, umano che hanno dovuto patire.
E proprio "dell’abbandono, voglio parlarti: anche noi, rimasti, per ora, indenni dal contagio, subiamo gli effetti deleteri dell’isolamento: non pochi, giovani e vecchi, infatti, si chiudono alla relazione con il prossimo, e con te…, per la perdita della fede.
Nè mancano tra noi, coloro che, pur essendo cristiani, credono di riconoscere, nella pandemia, un castigo divino, o, peggio ancora, un male potente, cui neanche tu, nostro Dio, puoi opporti. - Siamo ancora manichei? -
Aiutaci a comprendere che la tua Provvidenza è tanto grande da saper trasformare questo tempo di crisi, di cui siamo, in un certo senso, responsabili ( il coronavirus è un "effetto, del disastro ambientale che abbiamo causato, deteriorando il nostro rapporto con il pianeta terra), in occasione di conversione e desiderio di salvezza, per l’umanità intera.
Quanti fra noi, infatti, sono soliti contemplare la tua opera nel creato, Signore, stanno maturando una necessaria coscienza del limite umano, e il conseguente sentimento di umiltà cristiana, che purtroppo stavamo, quasi tutti, smarrendo.
Rendici capaci tu, che sei la stessa vita, di abbandonare la nostra abituale superbia per crescere nella filiale certezza che il Dio che ci ha creati, dal nulla, non può lasciarci perdere, vittime di una fatalità malvagia…
Aiutaci, Gesù, Crocifisso dalla tua stessa misericordia per gli uomini, a riconoscere nell’angoscia che ci attanaglia, nel dolore che pure ci siamo procurati, nella malattia che contraiamo, per le scelte spregiudicate fatte, e nella nostra finitezza, non una tua punizione, ma i "luoghi, in cui tu vivi e patisci "con, e "per, noi, desideroso di trasformarci in esseri sublimi, leggeri, radicati nella fede, adatti all’Eternità divina, cui ci hai destinati, per godere in te, noi, tutti insieme, da fratelli.
Autore: Maria Grazia
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