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Data: 18/12/2020 - Ora: 12:15
Categoria:
Cultura
Una bella riflessioni sul Natale
Un pastore a Betlemme…..
È una notte iniziata come le altre …, nella campagna di Giudea che, silenziosa, ci ospita; siamo un
gruppo di pastori, che, dopo un giorno di cammino, con le nostre greggi, portate al pascolo, stesi per
terra, avvolti in caldi velli, intorno al fuoco che ancora arde, cerchiamo riposo nel sonno…
Succede d’un tratto, che un raggio di luce sfolgorante ci desta e il canto di una pastorale celestiale ci
invita a metterci in piedi e ad andare lesti: un evento straordinario ci attende a Betlemme, dove il
Re dei re, appena nato, ci attende.
In men che non si dica, senza porci domande, come spinti da una forza misteriosa, lasciamo le
pecore a due di noi, che faranno da guardiani, e ci avviamo per un noto sentiero, illuminato a giorno
dalla stella.
Siamo silenziosi, in preda ad uno stupore enorme, accompagnato dal timore che incute la
situazione, a dir poco straordinaria, incomprensibile per noi!
Ogni pastore porta con sè, in dono, qualcosa: latte, caglio, ricotta; due, fra noi, hanno preso in spalla
un agnellino per uno, che bela. Mentre camminiamo, un pensiero mi torna alla mente, un ricordo
della mia infanzia ancora chiaro, nonostante le varie decine d’anni trascorsi: in un dopo pranzo,
d’inizio primavera, mentre ero sulla porta di casa, che introduceva nell’orto, dal muro alto,
imbiancato a calce (che un rampicante, dai fiori viola, ravvivava), scendeva il sole che mi raggiunse
e mi riscaldò il cuore, come un abbraccio paterno. Più di una sensazione quello fu un incontro, che
mi incoraggiò, tanto da farmi sussurrare "Dio mio!"... Interrompo il ricordo perché la stella guida si
ferma su una grotta: rientriamo e, con una riverenza a noi ignota, ci prostriamo, adoranti, davanti a
una mamma che ha in braccio un bambino, neonato, che dorme. A poca distanza un uomo,
certamente il padre del piccino, tace: in contemplazione amorosa, non smette di fissare la sposa ed il
figlio.
Lasciamo i poveri doni, mentre il cuore intenerito mi sussurra nel petto, come quella volta da
bambino nell’orto, "Dio mio!". Intorno è solo pace grande che scioglie il male che provano le nostre
membra, stanche per il lungo cammino, e la paura della morte che, frequentemente, ci abita
nell’intimo.
Il Re venuto dal Cielo fa nascere in noi, persone avide e insensibili, un bisogno di preghiera fino ad
ora ignoto, che ci commuove tanto da farci piangere…
"Amici, anche noi, con i pastori, andiamo davanti a un presepe, che ci richiami Betlemme, e, ai
piedi del Bambino, deponiamo liti, vani desideri del superfluo, e quelle paure che ci sviliscono, per
decidere di amarci un po’ di più, e trovare nel Signore che chiede di nascere in noi, finalmente, il
Dio della Pace, il solo, in cui trovare le ragioni vere per cui vivere vale la pena".
Mariagrazia
Non solo a Natale
Mi piacciono sempre le stelle,
non solo a Natale. Le amo da sempre;
Ho però con loro un rapporto speciale,
da quando, in una notte d’estate,
lungo una via privata della capitale,
ne ho rapite a migliaia: in vero
fu un lembo di cielo scuro a volermele
regalare. Brillavano, occhieggiavano;
complici, tentavano di adescarmi…
E il mio cuore le ricevette (erano belle, ma
Infreddolite, troppo solitarie)
Quindi le ho riscaldate, tenendole strette.
Si sono fatte più luminose perché felici di sentirsi amate.
Autore: Maria Grazia
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