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Data: 29/07/2021 - Ora: 17:34
Categoria:
Cultura
Commento al Vangelo della XVIII Domenica del Tempo Ordinario.
Gesù si fa pane per saziare, del suo Corpo, l’uomo, che dopo il peccato, è divenuto
povero di valori, di bontà, incapace di amare.
Tristemente il Verbo vede declassare il segno della moltiplicazione dei pani, nato
dalla divina compassione per la miseria umana, in un servizio gratuito, perciò
vantaggioso per la fame fisica, nostro comune bisogno.
Il mercanteggiare umano con il Signore svilisce quasi sempre la nostra preghiera e
contrappone il nostro interesse accaparratore all’Amore divino che si svuota, si
umilia, fino a ridurre Dio ad un’offerta per noi.
Il Nazareno, dopo la moltiplicazione dei pani, accolta dalle folle in modo riduttivo,
nelle sue ragioni profonde, si affretta a cambiare in barca la riva del lago.
Quante volte anche noi leggiamo l’agire generoso di Dio, come evento socialmente
utile! Ciò accade sempre quando abbassiamo l’Eterno alla nostra umana statura,
mentre noi dovremmo, in Gesù, innalzarci verso il Padre, che, nel Figlio, tutto a noi
si è rivelato.
Fa chiarezza, anche in noi, la Parola con cui il Verbo evidenzia il desiderio della
moltitudine di avere pane gratis, di per sé meschino, "Voi mi cercate perché vi siete
saziati dei pani!"
Né quelli provano vergogna di fronte alle loro ragioni di convenienza, anzi
continuano a chiedere segni, appellandosi alla manna, nel deserto, data da Mosè ai
loro padri. Sorprende la pazienza di Gesù nell’evangelizzare gli astanti "Non Mosè,
ma il Padre mio, ha dato la manna ai vostri padri ed oggi vi offre me, come vero
Pane".
Non sappiamo se quelli abbiano finalmente capito; ci resta, a buon diritto, il dubbio,
giacché ancora noi non comprendiamo il dono dell’Eucaristia, ma ci ostiniamo a fare
oggetto delle nostre richieste, presso il Signore, i beni contingenti, solo molto
raramente la salvezza del mondo, pure destinato dal Padre alla Cristificazione, che
solo l’Eucaristia ci ottiene.
Come le folle, 2000 anni fa, cerchiamo, insomma quasi esclusivamente, sazietà
fisica, sicurezza economica, benessere attuale. Facciamo, oggi come ieri, di Dio,
l’essere capace di accordare all’umanità, quanto questa desidera per i suoi giorni
terreni, mentre l’opera di Dio si evince soprattutto dalla pienezza del cuore, dal
superamento dell’egoismo, a vantaggio di una fraternità compassionevole, che ci fa
abbandonare i disvalori, capaci di corromperci.
Nutriti del vero Pane, eleviamo i nostri desideri profondi, verso la vera meta, Dio,
liberandoci dei poveri feticci, che annunciano la morte.
Ascoltiamo anche noi Gesù, che ci si rivela come il solo, vero Pane capace di nutrire
gli uomini, perché possiamo, fin da oggi, vivere, in LUI, la vera Vita.
Autore: Mariagrazia Camassa
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