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Il tempo: relazione tra Dio e l’uomo. La notte

Data: 27/12/2021 - Ora: 10:37
Categoria: Cultura

notte

La notte

segue da Il Meriggio http://www.sudnews.it/risorsa/Il_tempo__relazione_tra_Dio_e_l_uomo._Il_Meriggio/48504.html

La Notte


I) È il tempo
che più significa
perché rivela il Mistero,
e ben lo rappresenta.
La tua notte, Signore,
quella in cui portasti
LUCE
sulla terra,
tra noi nascendo,
inaugurò,
per l’umanità,
una stagione nuova.
I giorni oscuri, per
la tua assenza,
lasciarono posto
al tuo chiarore,
Sole di Salvezza.
I pastori Ti conobbero,
Dio;
un canto di lode
svegliò i loro cuori,
di notte, quando
gli angeli, come fosse
Cielo,
illuminarono
la terra degli uomini.
II) Fu di nuovo buio,
nell’universo intero,
quando ti abbiam crocifisso,
come malfattore;
Tu morivi
per le nostre colpe.
Fu in quella notte,
che le tenebre
sembrarono impadronirsi
del cosmo, mentre Tu
scendevi nel limbo,
attraversando gli inferi!

La tua LUCE ne

rese chiaro il buio tetro,
grazie al vigore che lo Spirito
in Te infuse,
rendendoti gagliardo
vincitore della morte.
Uscirono dall’oltretomba,
al tuo seguito, i progenitori,
insieme con profeti e
patriarchi, che avevano
atteso di vedere
il tuo giorno.
Notte di Grazia divina
anche scese, illuminandone
le tenebre oscure,
sulla città degli
uomini e, nel buio
dell’incosciente riposo,
sei restato con noi,
perché non ci sentissimo
soli.
Il tuo Spirito
ha visitato il nostro
sonno perché
il germe della vita
lo trasformasse, come
fece la tua notte prima,
quando nascesti a Betlemme.
Così le nostre antiche notti,
sterili e oscure, sono divenute, oggi,
grembi aperti, in attesa
dell’Amore che viene.
La tua Grazia ha inondato
gli umani torpori, che i
terrori abitano, e li ha mutati
in felici vedette di sogni …
(financo i nostri progetti di vita
portano ancora la tua firma,

divino Autore).
Oggi, Tu abiti i Cieli

ma resti il Signore del
nostro riposo e dei giorni operosi.
Ci culli, mai stanco,
tra le braccia piagate
di Gesù Cristo, tuo Figlio,
per noi Crocifisso.
III) Quando poi buie attese
visitano la nostra esistenza,
Re amante, ci raggiungi,
per incontrarci, al cuore
di giornate povere di sole.
Parli alla vita dell’uomo
in angoscia,
ti chini sui nostri abbandoni,
divieni compagno di ogni prova,
così che, quando ci sentiamo
nell’oscurità spaventosa,
osiamo ancora invocarti,
"Vieni, Dio nostro!" e Tu
ti manifesti come sicurezza.
IV) Lasci nell’oscurità della
fede l’uomo, che, in preghiera,
ti cerca; ne rendi più buia
la sera, che presenti
presaga di tempesta.
Nascondi a chi ti implora
lo splendore del tuo volto,
per conservarlo in vita.
Pure nelle tenebre della fede
l’orante sa riconoscerti:
Tu sei l’Amore che vincola
alla Croce i discepoli,
ubriachi di Spirito,
Apostoli di Redenzione.
La notte di chi,
credendo, prega
somiglia a quella

Autore: Mariagrazia Camassa

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