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Data: 20/01/2022 - Ora: 10:58
Categoria:
Cultura
Gesù si fa adulto
Gesù trentenne lascia Nazaret, il suo lavoro di artigiano per andare al fiume Giordano, dove sarà battezzato
da Giovanni Battista, quindi viene sospinto dallo Spirito nel deserto, dove rimane, digiuno e in preghiera,
per 40 giorni. E’ nel deserto che il Figlio di Dio meglio comprende la sua Messianicità, fondata sulla offerta
di Sé per la salvezza degli uomini. Quella nel deserto, non è per LUI, un'esperienza facile, ma certamente Lo
tempra, preparandoLo alla vita pubblica lungo circa 3 anni. Quanto Egli, dalle Nozze di Cana alla Sua
Passione e Morte, non è certamente improvvisato, ma cuore e volontà vengono in LUI plasmati e formati
per la Missione dallo Spirito del Padre, che Lo ha inviato, come Redentore, fra gli uomini, vittime del
peccato. Il Vangelo della terza domenica del Tempo Ordinario ce Lo fa incontrare, di sabato, giorno del
Signore presso gli Ebrei, nella sinagoga, luogo del loro culto.
Gesù va al Leggio, apre il Rotolo che Gli fornisce l'inserviente e vi legge la Parola, proprio al Passo che
identifica, in LUI, il Messia. "Lo Spirito del Signore è sopra di me...-Egli legge-, mi ha consacrato e mandato
a portare ai poveri il lieto annuncio, ai prigionieri la liberazione, …. ai ciechi la vista..., a proclamare l'anno
del Signore". Arrotolata la pergamena siede e dice "Oggi si è compiuta questa Scrittura". Il passo ci rivela la
Sua consacrazione messianica a vantaggio del "nuovo popolo", formato da uomini fragili, poveri, non
accolti … da noi se pensiamo di riconoscerci tra costoro. Gesù è stato mandato per tutti soprattutto per i
peccatori, che entrano, di diritto "tra i più poveri" quali i "prigionieri" e i "ciechi". I Nazaretani non hanno
saputo accoglierLo , come l'inviato dal Padre, perché Lo ritenevano solo "il carpentiere", il "figlio di
Giuseppe". Per noi la difficoltà può essere rappresentata dal Mistero che Lo circonda. Per quanti, da
sempre, Lo seguono, la bella Notizia di formare il Suo popolo nuovo, è meravigliosa e sconcertante tanto
da inebriarli di una gioia ineguagliabile. "GESU’ è venuto per noi" non ci basta?
Autore: Mariagrazia Camassa
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