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Commento al Vangelo della XV domenica del Tempo Ordinario

Data: 07/07/2022 - Ora: 08:49
Categoria: Cultura

vangelo

Domenica 10 luglio 2022


Per comprendere la "Misericordia" dobbiamo far riferimento alla nostra esperienza, anche adulta; ricordare
cioè quella volta in cui l'abbiamo fatta, o detta proprio grossa e, pentiti, abbiamo desiderato essere scusati
dall'altro (parente o amico) che avevamo offeso...; è stato quando ci è stato donato, inatteso, il sorriso
immeritato, che ci siamo sentiti in cielo. Ecco il nostro Dio, con le altre cose belle, ha offerto a noi, peccatori,
da sempre, la sua misericordia (sorriso inatteso, pace vera, immeritata). La pagina del Vangelo odierno
potrebbe riassumersi nella frase "La misericordia, nata dal cuore di Dio, guarisce il sentire umano ferito".
Luca, evangelista, racconta che uno dei tanti dottori della legge, volendo mettere in difficoltà Gesù, lo
interroga: "E chi è il mio prossimo?" Il Signore non risponde mai direttamente a chi vuole esaminarLo, ma
racconta una sua parabola che illumina il cuore di chi vuole soltanto provarlo.

"Un viandante viene assalito e
depredato da ladroni, -il Maestro comincia- quindi lasciato, sul bordo della strada, ferito. Gli passano accanto
un sacerdote e un levita, che, per ruolo e ministero, avrebbero dovuto prendersi cura di lui; questi, invece
(come purtroppo spesso capita, anche a noi, ai nostri giorni), lo ignorano. Un terzo viandante sulla strada, un
samaritano, ritenuto per nazionalità inaffidabile, vede il ferito, gli si fa vicino (diviene cioè il prossimo), gli
cura le ferite con olio e vino, quindi, lo pone sulla sua cavalcatura e lo porta in una locanda; qui lo affida alle
cure dell'albergatore, cui offre anche del denaro, disponibile anche a risarcirlo ulteriormente, se necessario".


-Chi si è fatto prossimo del povero ferito? -domanda a Gesù- Il samaritano- ovvia risposta del dottore della
legge. Poiché il Vangelo è Parola di Dio, che salva, richiede a noi di fare allo stesso modo del terzo viandante,
con il fratello nel bisogno . La ragione? Non è un invito ad essere buoni, ma a imitare Gesù Cristo, buon
Samaritano, che non si allontana mai dalle nostre ferite (colpe!), anzi Egli, dopo essersi avvicinato, a ciascuno
di noi, come prossimo amorevole, ha dato la sua stessa vita per ridarci la salvezza, vita oltre la morte.

Autore: Mariagrazia Camassa

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