L’essere discepoli di Gesù non si limita a un titolo onorifico, che ci distingue, né è una scorciatoia
che ci facilita la salvezza, non è neppure un blasone nobiliare che il Battesimo ci regala.
Il discepolo del Signore è colui che, volendo acquistare un tesoro (la vita eterna nel Cristo), per
averlo, vende tutto ciò che ha (ricchezze, interessi affettivi in eccesso, carrierismo, autostima ecc.
ecc.)
La scelta del "discepolato" è assai avveduta perché richiede piena adesione della propria vita a
quella del Maestro. Questi accoglie ciascuno di noi con il dono del suo stesso Spirito, che vale più
del denaro necessario per completare la costruzione di una torre, o per annoverare i diecimila
soldati richiesti per sconfiggere il nemico, che arriva con ventimila – così come esemplifica il
Vangelo odierno.
Essere discepoli del Signore è certamente una scelta di vita impegnativa, mai solitaria però; ci
aiutano infatti la comunità ecclesiale, quando diviene comunione fraterna, e soprattutto la Grazia
(vita di Dio in noi) che si esplicita nel Vangelo (parola di Gesù vivo) e nei sacramenti che la Chiesa
amministra.