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Il Vangelo ci parla dei dieci lebbrosi e dell'ingratitudine

Data: 06/10/2022 - Ora: 11:28
Categoria: Cultura

vangelo

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario

I dieci lebbrosi di cui ci parla il Vangelo di Luca, questa domenica, ben rappresentano anche l’umanità odierna, ingrata e pretenziosa, ammalata gravemente di una lebbra rappresentata dall’individualismo, dalla paura e dall’ingratitudine.

Le malattie dell'animo e dell'intelletto non sono meno gravi di quelle fisiche, le più ributtanti. Gesù, nella sua parabola, parla di persone appartenenti a popoli diversi, praticanti culti diversi... Probabilmente pensava pure a noi, al nostro tempo. Alla richiesta di essere guariti dalla lebbra, impetrata dai dieci, il Signore risponde con la comune guarigione.

-Il nostro Dio fa piovere (infatti) sui giusti e sugli ingiusti- dice il Vangelo. E’ LUI che prevede e legge nel nostro cuore, conoscendoci meglio di noi stessi-.

Dobbiamo sapere a proposito del potere di guarire del Nazareno, che Egli non opera mai da solo, ma con la partecipazione dello Spirito Santo, Amore del Padre, che vive in LUI. I dieci malati vengono tutti "purificati" dalla lebbra, che li esclude dal consesso umano ; vengono quindi invitati a presentarsi ai sacerdoti per essere riabilitati alla vita sociale. Solo uno del gruppo sente però il bisogno di tornare ancor prima da Gesù, a ringraziarLo della guarigione ottenuta: si tratta di uno straniero! Chissà se il Signore non avrà pensato ai fedeli di tutti i tempi, che si sentono nel diritto, per il loro credo, di ricevere da LUI favori autoescludendosi dalla gratitudine. Quanto diversi gli immigrati di oggi, che, accolti integrati come lavoratori presso di noi, si rivelano grati a Dio e a noi, che diamo loro tale opportunità...! La gratitudine, è sempre espressione di una sensibilità del "cuore di carne ", abitato cioè dallo Spirito. E proprio di LUI voglio parlare per rendercelo più familiare e amabile.., "Non ne sono stati guariti dieci? E uno solo, straniero, ha sentito il bisogno di "ringraziare "?"

Autore: Mariagrazia Camassa

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