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Data: 20/10/2022 - Ora: 09:27
Categoria:
Cultura
Gesù coltiva la Sua relazione col Padre al fine di porre le fondamenta dell'Opera Redentrice per cui si è fatto uomo
Prima di cominciare a raccontare di Lui, è necessario ricordare che, da Risorto, Gesù è rimasto con noi, tanto intimo
da abitarci, insieme con il Padre e con lo Spirito. Egli si è preparato ai tre anni di vita pubblica, in ben 30 anni,
trascorsi nell'anonimato, come un essere qualunque, quindi dopo un'esperienza di deserto di 40 giorni, ha dato inizio
all'annuncio del Vangelo.
Le notizie dell'infanzia ce Lo indicano semplicemente come "figlio" di Maria e di Giuseppe, obbediente laborioso;
frequenta, come i suoi coetanei, la scuola rabbinica, dove impara i primi rudimenti della lettura e della scrittura,
pregando Adonai (Suo vero Padre), cui aveva già appreso a rivolgersi assiduamente da Maria, Sua Madre. Commuove
sapere che Dio impara a "pregare", seguendo l'iter di tutti i comuni mortali, senza mai volersi distinguere, per meriti speciali. Se sappiamo coglierla, questa è per noi, sempre bisognosi di emergere, una bella lezione di umiltà che ci
viene direttamente da Dio. Né l’Unigenito del Padre sceglie, per Sé, una famiglia in vista; vive, invece, in una realtÃ
semplice, dove impara ad essere umile. Di tale esempio, noi troppo spesso "vanagloriosi", dovremmo, almeno un
po', vergognarci. Silenzio e solitudine caratterizzano la Sua quotidianità ; durante tali spazi di tempo Gesù coltiva la
Sua relazione col Padre, al fine di porre le fondamenta dell'Opera Redentrice per cui si è fatto uomo. L'offerta totale
di Sé, per Amore degli uomini, comporta anche un tempo di apprendistato che si realizza nell'accettazione delle
sofferenze quotidiane, cui non si sottrae. Anche tale divina pazienza, nei confronti delle prove della vita, è da
considerare molto attentamente da parte nostra. (Il "dolore" ha un insostituibile valore pedagogico per tutti;... lo ha
avuto persino per LUI!) Il cuore dell’Unigenito, fin dalla Sua nascita tra noi, è tutto indirizzato al dono della Sua
persona al Padre, per Amore nostro, e di questa passione, l'Eucarestia resta la più autentica manifestazione. Natale e
Pasqua, nella vita del Cristo, sono due Eventi collegati tra loro, nel senso che la Croce è già presente nella
mangiatoia, dove Gesù, appena nato, viene deposto. E tale dolorosa "presenza" sentirà in sé Maria, Sua Madre,
quando Lo presenta al Tempio. Possiamo, senza paura di smentite, affermare che il cuore del Signore, è crocifisso da
sempre, così come il Suo Corpo glorioso rimarrà piagato, anche dopo la Sua Resurrezione. Né Gesù è mai stato solo:
ha umanamente vissuto, operato, sofferto, ed è gloriosamente risorto, rimanendo anche Dio, all'interno della S.S.
Trinità . Noi, cristiani, siamo legati a Gesù, come i tralci alla vite: da LUI ci deriva la vera Vita, che è Grazia battesimale,
capacità di compiere il Bene. Possiamo però anche vantarci della nostra umana fragilità -dice San Paolo- perché
proprio nella "nostra debolezza si manifesta la potenza di Dio" che, non solo ci abita, ma, con ogni evidenza, ci
supera anche abbondantemente.
Autore: Mariagrazia Camassa
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