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Data: 13/04/2023 - Ora: 12:51
Categoria:
Cultura
La Risurrezione del Signore
ci richiama al nostro destino ultimo
Gesù torna nel cenacolo, dai suoi, che sono felici di vederLo, risorto, sfolgorante, dopo il martirio della Croce, che Lo
aveva profondamente umiliato ai loro occhi! "Nei discepoli, si era annientata la certezza di aver avuto, nel loro
Maestro, il Messia".
L'episodio che caratterizza il Vangelo di Giovanni, in questa II domenica di Pasqua, è l'incontro del Risorto con
Tommaso, l'Apostolo, bisognoso di vedere per credere.
Di fatto, grazie alla ricerca di una conferma nell'incontro personale con il Signore, tornato in vita, trionfante, anche
noi riceviamo, con Tommaso, un dono grande, per la nostra povera fede. Gesù mostra all'Apostolo, e quindi a tutti
noi, le sue piaghe, documenti incontestabili della Sua Crocifissione, diventata, per l'umanità, luogo amoroso, in cui
noi possiamo convertirci, e sentirci quindi accolti, dal nostro Dio Risorto.
Tale è l'esperienza dell'Apostolo "incredulo"!
Finalmente, avvolto, nella luce del Cristo, ormai vivo per sempre, Egli aiuta, anche noi, a riconoscerLo come "Dio e
Signore" e a conoscerne il cuore, visibile dallo squarcio aperto dalla lancia nel costato.
Squarci di contemplazione.
La Pasqua
La Resurrezione del Signore
è vita luminosa, che,
scoppiata nel sepolcro,
tre giorni dopo la Sua
Crocifissione e morte,
continua ad esplodere,
come bellezza:
in ogni fiore che sboccia;
nel filo d'erba che, solitario,
inatteso, spunta in terra arida;
nell'acqua sorgiva, che, vivace,
scorre, offrendoci energia;
nel vagito del neonato,
che saluta la vita;
nell'affresco che colora,
ridente, la parete,
prima, nel suo grigiore, scialba;
nel profumo di nardo che si espande
fra le volte del tempio,
illuminato dal Cero Pasquale
e da mille candele, accese, nelle mani dei fedeli;
nell'inno supplice, che la corale intona dolcemente
cantando le lodi del Signore risorto, per sempre.
In sintesi.
La Pasqua non è evento
per spettatori curiosi, ma vita
che ci attraversa nel profondo,
fino a raggiungerci alla stessa nostra origine:
comune natura umana.
Se, nel Natale, Gesù si è fatto uomo come noi,
nella Pasqua Egli stesso, sulla Croce,
ci ha resi suoi familiari, restituendoci,
come figli, a Dio - Suo e nostro Padre.
La Risurrezione del Signore
ci richiama al nostro destino ultimo: risorti nel Risorto,
noi vivremo eternamente:
così possiamo già contemplarci
nella casa del Signore,checiattende.
Autore: Mariagrazia Camassa
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