Spero che anche voi abbiate fatto l'esperienza unica di vedere crescere
una costruzione: in questo tempo la nostra città è piena di cantieri
operosi... Ebbene, se avete un buon rapporto con il profondo di voi stessi,
vi rendete conto che Dio-Trinità, senza interruzione, si adopera per
portare a compimento nella vostra parte spirituale, il Suo Regno mentre
voi fate crescere le vostre membra con l'alimentazione, e la vostra mente
con le nuove conoscenze. Il rischio è che noi ci limitiamo ad osservare la
progressiva trasformazione della nostra immagine -ne facciamo
esperienza davanti allo specchio- mentre ignoriamo quanto avviene
dentro di noi, là dove Dio, momento per momento, nonostante la nostra
indifferente distrazione, radica la Sua Parola, che vivrà in eterno. Ogni
esperienza, felice o dolorosa, ogni momento della giornata, vissuto in
relazione con noi stessi, con gli altri, con Dio, nel colloquio orante, sono
pietre, che il divino costruttore usa per l'armonica crescita della nostra
persona. Le diverse situazioni "umane" sono, già di per sé, ricche del
Signore: Egli non dorme mai, è sempre vigile sulla nostra vita, destinata
all'Eternità. Se poi ci capita di incontrare, nel presente, il "dolore" non
dobbiamo temere di essere abbandonati dal Creatore… Da quando,
infatti, Gesù Cristo ha voluto redimerci, morendo sulla Croce, la
sofferenza, fino a quel momento esecrabile, è divenuta strumento di
salvezza. Chi patisce insomma se offre il dolore collabora col Signore,
sempre dedito all'umana salvezza. Questo dice, in altri termini, Marco nel
Vangelo di oggi, quando narra la Parabola del seme (umana esperienza),
caduto nel terreno (storia umana), che continua a far crescere, dentro e
fuori di noi, il Regno di Dio, utilizzando la Sua Parola, come pietra
d'angolo.