Gesù è il Profeta, è cioè il "Solo" che abbia potuto rivelare ai suoi contemporanei,
alle generazioni che sono venute dopo di LUI, e quindi anche a noi, la vita eterna,
nella casa del Padre. Essendo Dio Egli stesso, senza timore di smentita, ha raccontato
l'Amore del Creatore per noi uomini peccatori, e ne ha condiviso, con il Suo divino
Genitore, il progetto salvifico fino alla Sua morte di Croce. Meraviglia, di fronte al
Suo insegnamento profetico e ai segni prodigiosi da LUI compiuti, provano i suoi
compaesani, che, avendolo visto lavorare, durante i suoi primi trenta anni di vita,
come carpentiere, nella bottega di Giuseppe, suo padre e sapendo che Maria, donna
semplice, era sua madre, pretendevano di "conoscere" tutto di LUI...
Né diverso trattamento era stato riservato a Gesù dai Suoi cugini ("fratelli" presso gli
Israeliti) che volevano riportarLo alla normalità, vedendo il modo a loro giudizio
"folle" di offrirsi alla gente... Se i Nazaretani si stupirono del Signore, non meno si
meravigliò LUI di loro, che, a causa della loro fede scarsa, raramente ebbero modo di
gioire della sapienza e dell'azione taumaturgica del divino Profeta, loro conterraneo.
Per non essere increduli, come i nazaretani, abbiamo bisogno di cibarci
quotidianamente della Parola di Dio per annunciarLa a chi, giovane o vecchio, vive
accanto a noi, umiliato, stanco, svuotato di valori umani e privo di energia morale.
Poniamoci di fronte a Dio-Carità, in una relazione affettiva, quotidiana, come figli
grati nei confronti del più amorevole, generoso dei Padri. Questa è la fede che salva.