L'evangelista Marco, in questa domenica, evidenzia, il nostro modo di essere nelle
scelte comportamentali degli Apostoli: supponenti si rivelano Giacomo e Giovanni,
chiedendo, per sé, un posto privilegiato (essere accanto a Gesù, Figlio di Dio, per
l'eternità in paradiso); invidiosi e gelosi si manifestano, invece, gli altri, dissenzienti
di fronte alla pretesa dei due figli di Zebedeo.
Spicca l'umiltà di Gesù che, rimanendo equidistante dalle due posizioni
contrastanti dei Suoi, dichiara che non spetta a LUI assegnare posti d'onore nel
Regno dei Cieli, ma al Padre Suo. Egli, infatti, pur essendo Figlio di Dio (Dio LUI
stesso), è venuto al mondo per servire e dare la Sua Vita, in riscatto per molti.
Abbiamo molto da apprendere noi, da questa pagina evangelica: presso il Signore
è "grande" solo chi compie le sue scelte non chi si comporta aspirando a un
primato, come spesso accade a noi. È tempo quindi che convertiamo le nostre
aspirazioni di "eccellenza" in prestazioni di umile servizio fraterno. Se infatti il capo
della Chiesa, Gesù Cristo, ha vissuto fra noi, quale umilissimo servo di tutti, noi,
credenti, membri del Suo Corpo mistico (la Chiesa), non possiamo operare scelte
diverse dalle Sue. È questa la via per chi vuole risorgere con LUI, quale figlio dello
stesso Suo Padre Celeste.