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Data: 27/01/2025 - Ora: 10:50
Categoria:
Cultura
III Domenica del Tempo Ordinario.
Ancora la nostra storia, pure estremamente secolarizzata, nella suddivisione degli avvenimenti che
riguardano l'umanità, fa riferimento alla venuta al mondo di Gesù Cristo. In "Avanti" o "dopo
Cristo" infatti i libri suddividono le invenzioni, le nascite di uomini illustri, le guerre e le annessioni
dei territori ai diversi stati. Man mano che ci allontaniamo dall'antichità, che pure ha sempre molto
da insegnarci, non è più necessario nella datazione degli eventi il richiamo alla venuta di Gesù con
un a. C.(=Avanti Cristo) e d.C.(=dopo Cristo). È chiaro che l'evangelista Luca abbia sentito il
bisogno di ordinare i fatti e le scelte di vita del Cristo che già i suoi contemporanei avevano sentito
il bisogno di esporre in successione e di ravvivare con la loro testimonianza. L'importanza
dell'impegno che LUCA si accinge a profondere deriva dalla certezza che i discepoli del Signore,
che Teofilo (= colui che ama Dio) ben rappresenta, in tutti i tempi, seguiranno gli esempi di "Vita
del Cristo" (=Vangelo).
Nella sinagoga, a Nazareth, il Figlio di Dio -racconta LUCA- dopo aver
letto la Parola dal Rotolo, si presenta, senza mezzi termini, ai suoi compaesani, nazarethani, come il
Messia, inviato dal Padre, a spezzare le catene morali e sociali che tenevano prigionieri i miseri.
Ancora oggi, purtroppo, nonostante i 2025 anni di Cristianesimo, e le migliaia di migliaia di
discepoli del Signore, designati a continuare la Sua Missione tra la gente, restano troppi, tra noi, gli
schiavizzati dall'ignoranza e dalla miseria. Quanti infatti vivono senza amare e sentirsi amati,
vittime della violenza, privi di una meta, verso cui indirizzarsi, subendo e compiendo ingiustizia
contro il proprio fratello! L'ignoranza del Vangelo -ahimè abbastanza comune- infelicita il presente
di molti, ed ancor peggio priva della vera prospettiva, offertaci dal Signore: noi siamo amati da Dio
come figli e, con Gesù, resi coeredi.
Autore: Mariagrazia Camassa
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