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Data: 13/11/2019 - Ora: 12:31
Categoria:
Cultura
Chicchi di preghiera
All’uomo
del quale implori l’amore, Tu chiedi, Signore, di condividere il tuo desiderio: vivere, fin da quaggiù, con Te, insieme, cibandosi del Pane, Eucaristia, corpo tuo, offerto in sacrificio, sulla Croce, per poi, con Te risorgere.
La camera
in cui il Vangelo ci invita ad entrare, in solitudine, per incontrarvi il Padre è il nostro intimo; là parla Dio che ci offre, con il perdono delle colpe, la vita che non muore.
La Resurrezione del Cristo
è vita che tutto il creato avvolge e illumina di vivido splendore. Niente tornerà più ad essere come era prima che Gesù risorgesse perché ogni creatura già partecipa della vita nuova del Redentore.
Chi veglia,
per qualche ora, di notte, sperimenta che il silenzio non è " vuoto " di rumore, da colmare, ma l’opportunità che Dio gli offre di sentirLo su di sé curvo, pronto ad arricchirlo del Suo Bene.
Nel nascondimento silenzioso
di una nuova condizione di vita, con fede paziente, il vecchio che crede, adora, in sé, la volontà del Padre e, come Simeone, attende la manifestazione di Gesù Signore.
Lasciamo che il nostro cuore,
con passione, gridi, in noi, " Padre nostro ", nella coscienza che, della Paternità di Dio, Gesù, morendo sulla Croce, ci ha fatto dono. Noi ci eravamo autocondannati a un’eternità all’inferno, ma il Cristo, redimendoci, insieme con l’Abba’, ci ha offerto di vivere, con LUI eternamente insieme.
In preghiera,
davanti all’Eucaristia, ricevi doni grandi, soprattutto la coscienza di essere un povero, chiamato, nel battesimo, a divenire un altro Cristo, che ha, in Dio, suo Padre.
Con meraviglia ti accorgi che,
mentre Lo contempli, Dio ti si concede, come dono enorme.
Il dolore
lega l’uomo a Gesù Cristo, che dal pulpito della Croce, ha fatto, del suo martirio, una effigie regale.
Se ti senti nell’intimo ferito,
osa fissare il Cielo e sentirai dirti dal Cristo: - La tua è la mia ferita. Il peso della croce ancora oggi mi sovrasta; solleva, per favore, un poco da terra l’asta, e accompagnami al Calvario, dove vado a morire anche per te, uomo da salvare-.
Con una sentenza iniqua,
abbiamo appeso il Cristo alla Croce, pensando di rinchiuderLo per sempre morto, in un sepolcro.
Ignoravamo, meschini, che quel legno sarebbe divenuto milioni di altari su cui LUI avrebbe continuato ad offrirsi, fino a quando durerà il mondo, per tutti gli uomini, anche per noi, che Lo abbiamo condannato.
La Crocifissione di Gesù
si eterna nella storia. Infatti a noi, che contempliamo il sacrificio del Calvario, duemila anni dopo, LUI offre in dono lo stesso Spirito, che morendo Crocifisso, ai suoi ha donato.
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