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Alzheimer. La cura dalla Vitamina E?

Data: 07/01/2014 - Ora: 12:32
Categoria: Attualità

malattia

Dall’America giungono risultati soddisfacenti circa uno studio "a base di vitamina E" condotto su pazienti affetti da Alzheimer.



I ricercatori del Sistema Sanitario di Minneapolis, sono convinti nell'affermare che la vitamina E potrebbe rallentare la progressione della malattia di Alzheimer lieve-moderata - dal momento che è la prima volta che un trattamento ha dimostrato di alterare il corso della demenza in quella fase. A suggerirlo una ricerca sulla rivista Jama: coloro a cui veniva somministrata giornalmente 1,300 grammi di vitamina, così coloro che assumevano memantina (un composto ritenuto utile per il trattamento delle demenze) hanno visto il proprio tasso di declino cognitivo ridotto del 19% rispetto a quelli che avevano ricevuto solo un placebo.
Però la vitamina E non ha mantenuto le abilità del pensiero e non andrebbe bene per i pazienti che hanno assunto altri farmaci per la cura dell'Alzheimer.
Tuttavia i medici hanno esplicitamente avvertito che la vitamina E non è riuscita ad impedire che le persone sane sviluppassero demenza o insufficienza lieve ("pre-Alzheimer"), mentre una ricerca ha suggerito che potrebbe anche essere dannosa. Eppure, molti esperti hanno riconosciuto i nuovi promettenti risultati dopo tanti recenti flop farmaceutici.
Il dottor Sam Gandy della Mount Sinai School of Medicine di New York dichiara: "Questo è veramente un passo avanti e ci porta verso ciò per cui abbiamo lavorato per quasi tre decenni: il primo vero intervento che modifica la progressione dell'Alzheimer" dimostrandosi molto entusiasta dei risultati dei test in questione. Gli studiosi hanno sottoposto 610 anziani allo studio e li hanno monitorati per una media di due-tre anni, dimostrando che questi, dopo aver assunto determinate quantità di vitamina E, hanno manifestato un declino funzionale più lento di quelli che hanno ricevuto il placebo. Inoltre, nel gruppo a cui è stata somministrata la vitamina E, il tempo dedicato all’assistenza da medici e familiari è diminuito di circa due ore al giorno. "Non è un miracolo o, ovviamente, una cura. Il meglio che possiamo fare a questo punto è rallentare la velocità di progressione" ha detto il coordinatore dello studio, il dottor Maurice Dysken del Sistema Sanitario Minneapolis VA.

PROGETTO ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
LICEO CLASSICO STATALE F. CAPECE, MAGLIE

Autore: Bispini Sara - Pedio Silvia

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