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Data: 02/11/2017 - Ora: 10:23
Categoria:
Politica
Occorre un’Azienda speciale per la gestione pubblica del ciclo dei rifiuti
I dati che emergono dal rapporto "Rifiuti Urbani 2017" presentato lunedì scorso dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) restituiscono un quadro preoccupante. La Puglia è sotto tutti gli standard nazionali e di area per il livello di raccolta differenziata e per la qualità degli impianti. In pratica, produciamo tonnellate di rifiuti che non riusciamo a smaltire se non attraverso le discariche, con tutto ciò che questo comporta sulla qualità della vita dei cittadini e territori. Lecce e Foggia, ad esempio, smaltiscono in discarica il 48% dei rifiuti prodotti, quasi il doppio media nazionale (25%) e comunque superiore alla già poco edificante media del Mezzogiorno (42%). Da tempo sostengo che un cambio di rotta decisivo per la gestione del ciclo dei rifiuti, dalla produzione, alla raccolta e quindi all’eventuale smaltimento, passa attraverso la trasformazione dell’Agenzia territoriale regionale in un’Azienda speciale che possa garantire una gestione integralmente pubblica del ciclo dei rifiuti e quindi degli stessi impianti.
Un modello che si fonda sull’introduzione della tariffa puntuale, basata sul principio europeo di "paga quanto produci", che si può leggere anche come "meno produci, più risparmi" e che ha come obiettivo tendenziale il cosiddetto "rifiuto zero".
In Italia altre esperienze già consolidate ci indicano la via. E’ il caso di Treviso e di Cottarina Spa, il consorzio pubblico di gestione dei rifiuti che raggruppa 50 Comuni della provincia di Treviso (che oggi serve 570mila abitanti) e vanta l’85 per cento di raccolta differenziata, facendo registrare una produzione residuale di rifiuti. E’ il caso anche di Forlì, che a partire dal 2018 avvierà un’Agenzia territoriale pubblica per la gestione del ciclo dei rifiuti di 12 Comuni della sua provincia. Ebbene, con l’introduzione di un’Azienda speciale per la gestione pubblica del ciclo dei rifiuti, avremmo in Puglia la possibilità trasferire questo modello virtuoso a livello regionale, segnando il passo di un processo davvero significativo per le tasche e la qualità della vita di tutti i pugliesi.
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