Noi uomini, pur non essendolo, vogliamo tuttavia apparire ricchi,
vincitori, potenti. Dio, invece, che è l’Essere, la Verità, rivela la Sua
Parola - Verbo - come piccolo seme che, silenzioso, inerme, cade nel
terreno della nostra storia, spesso infida.
Abbiamo infatti sostituito ai valori autentici le nostre menzogne, frutti
belli solo a vedersi, ma, nella realtà, acerbi tanto da far male a chi li
assuma. Pure Dio continua, paziente, ad impiantare sulla nostra umanità,
che fragilità e natura mortale contraddistinguono, perdono e misericordia
divini; fa cioè della nostra esistenza, povero alberello, già privo di foglie, il
luogo privilegiato per innestarvi la sua stessa vita.
In questo tempo di enorme tristezza, il Signore ci dice che LUI crede
ancora in noi, si fida, tanto da assumere LUI stesso l’onere di far crescere,
nel nostro cuore, il Suo Regno, che la Parola, come seme fecondo, fa
fiorire. Lo stesso Abbà innaffia, zappa, pota, concima, cura insomma,
giorno e notte, il seme offerto (Sua Parola), mentre noi ci abbandoniamo
alla dissipazione, quindi, stanchi, ci concediamo al sonno ristoratore.
Quando alla natura deturpata dal nostro sfruttamento si sostituisce un
piccolo habitat in fiore, ricordiamo, non solo, l’Eden offerto ai nostri
progenitori, ma soprattutto la promessa fatta a noi, immeritevoli, da Gesù,
del Regno paterno che, nonostante noi, l’Eterno ci va preparando.
Torneremo ad essere Suoi figli? Utile a tutti è il consiglio di Papa
Francesco: "Portate con voi, ovunque andiate, in tasca un piccolo Vangelo,
come vademecum … leggetene un versetto, quando il cuore ne ha
bisogno". La nostra vita si arricchirà di una nuova fioritura, desiderata
preparazione di frutti buoni, nei quali possiamo configurare l’avvento del
Regno di Dio, che chiediamo nel Padre Nostro.