Ieri il sindaco di Lecce Paolo Perrone aveva accusato la Regione Puglia di sciatteria per il mancato avvio delle zone franche, un progetto nato con l'ultimo Governo Prodi, successivamente ostacolato dal Governo Berlusconi e poi sbloccato ancora successivamente. Il progetto delle Zone Franche prevede una tassazione di favore alle imprese che avviano la loro attività in particolari zone della città, designate dal progetto stesso.
Oggi, la notizia dell'Assessore Regionale Loredana Cappone: "Il Ministero dello Sviluppo economico emetterà un nuovo decreto sulle Zone franche urbane che includerà anche la Puglia" e spiega: "Questa disponibilità è emersa oggi da un incontro al ministero dello Sviluppo economico. Il Mise ha assicurato la propria disponibilità all’estensione della misura con nuove risorse regionali". "In realtà – ricorda l’assessore – il governo, dopo aver previsto le Zone franche urbane, le aveva lasciate senza finanziamenti. Invece la Regione Puglia se ne era occupata anticipando i tempi già con le risorse comunitarie della programmazione 2007-2013. Infatti aveva avviato specifici interventi non solo nelle tre Zone franche riconosciute ufficialmente dal ministero e cioè Andria, Lecce e Taranto ma anche nelle altre otto – Santeramo, Barletta, Molfetta, Foggia, Manfredonia, San Severo, Lucera e Manduria – ritenute ammissibili dalla Regione Puglia, ma non approvate dal ministero". "Nel complesso la Regione ha già promosso in queste aree interventi per circa 74 milioni di euro, di cui 63 milioni di euro per la riqualificazione urbana, ed 11 per agevolazioni alle micro e piccole imprese. Si ricorderà che il bando regionale dedicato alle Start up di nuove imprese prevedeva finanziamenti specifici per gli esercizi commerciali che ricadevano in tutte le Zone franche, anche in quelle non riconosciute dal ministero". "In ogni caso – chiarisce Loredana Capone – il ministero non ha mai previsto fino ad oggi alcun finanziamento statale. Con il nuovo decreto il governo individua lo strumento, ma saranno le Regioni a finanziarlo con le proprie risorse. La Regione Puglia, che non ha più risorse disponibili sul Fesr, avendo impegnato già tutto, cercherà ulteriori risorse sul Fas".