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Caso Ilva: ultime notizie dal fronte

Data: 21/02/2013 - Ora: 10:17
Categoria: Cronaca

Ilva

Approvato il dissequestro dei prodotti giacenti sulla banchina del porto si contano le vittime dell’imminente cassa integrazione, circa 6500

La pericolosità di mantenere sulla banchina del porto di Taranto diverse tonnellate di prodotti semilavorati a rischio disfacimento, ha spinto la Procura della Repubblica e il gip Patrizia Todisco a dissequestrare tale merce e a venderla.

Il blocco era stato disposto lo scorso 26 Novembre in virtù del fatto che quei prodotti, erano stati realizzati all’interno di impianti posti, di fatto, sotto sequestro da diversi mesi.
Il no iniziale alla richiesta avanzata dai dirigenti Ilva, che volevano vendere i semilavorati e ricavare liquidità per pagare gli stipendi ed attuare le disposizioni dell’Aia, è stato ora convertito in positivo ad una condizione: il ricavato non andrà all’azienda, ma confluirà in un deposito utilizzato a fini di confisca nel momento in cui la vicenda si sarà chiusa e definita sotto il profilo processuale.
La vendita diretta sarà gestita dai custodi giudiziari, i quali seguiranno l’ordine dei contratti stipulati dall’Ilva.
L’azienda intanto, ha comunicato che porrà in regime di cassa integrazione circa 6500 operai, per i quali si prospettano tempi davvero duri all’orizzonte.
La cig prevista per un numero così elevato di unità lavorative è il preludio della drastica riduzione della produttività dello stabilimento che, ha annunciato ieri, essere intenzionato a fermare l’attività dell’altoforno 5, uno die più grandi nel suo genere in Europa. Ciò comporterà conseguenze negative anche per gli altri sabilimenti che dipendono dalla produzione dell’Ilva di Taranto, come quelli di Torino e Patrica.
Previsto per oggi un incontro die sindacati di categoria al Ministero del lavoro per discutere della scelta die dirigenti Ilva che, ovviamente, non piace per niente ai rappresentanti die lavoratori dello stabilimento che promettono una dura lotta per contrastare questa scelta che grava esclusivamente sulle spalle delle famiglie tarantine.

Autore: Federica Bicchierri

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