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Data: 17/03/2022 - Ora: 11:15
Categoria:
Cultura
Domenica 20 marzo
Ai tempi di Gesù, come ai nostri, molti cercavano di offrire una spiegazione agli eventi
dolorosi, attribuendoli al peccato di quanti ne pativano direttamente le conseguenze, come
i 18 rimasti uccisi sotto la torre di Siloe, precipitata all’improvviso. Gesù spiega che è errato
limitare il numero dei peccatori alle poche vittime dell’evento ferale; è invece importante
che ci convertiamo tutti al Signore, se non vogliamo "perire" che significa patire la
condanna alla morte eterna.
Gesù però passa dal realismo della pena che gli uomini meritano, per il comune peccato,
allo sguardo misericordioso, nei nostri riguardi, e racconta la parabola del "fico sterile". Per
ben tre anni, il padrone di un terreno -il Signore spiega agli astanti-aveva cercato il frutto
della sua pianta, quindi stanco della sua sterilità, (il fico sfrutta il terreno e non offre
alcunché in cambio), decide di farlo sradicare. Il contadino -Gesù misericordioso- chiede al
padrone, che personifica la giustizia di Dio Padre, un altro tempo di proroga, durante il
quale Egli si prenderà cura, in modo speciale, della pianta improduttiva. Da notare che non
la punirà, per la negligenza, che l’ha resa, a lungo, improduttiva, ma la colmerà di un amore
eccedente perché diventi generativa. È questo il modo di operare di Gesù con l’umanità:
dovevamo tutti perire, per le nostre colpe, quando LUI si offre al Padre, come nostro
Redentore, e dona la sua stessa vita, perché noi ci lasciamo salvare, convertendoci dal
nostro egocentrismo (peccato) alla Sua volontà, unico Vero Bene, per noi e per tutti gli altri.
Se vogliamo attualizzare questa pagina del Vangelo di Luca, dobbiamo sentirci, un po’ tutti,
il "fico sterile" della parabola -siamo troppo chiusi nel nostro tornaconto personale!-
Accogliamo l’Amore di Gesù, che soprattutto nel Vangelo e nell’Eucaristia, si prende cura di
noi, rendendoci capaci di abbattere ogni muro di separazione fra noi e gli altri. Solo LUI può
rendere la nostra vita feconda di ogni vero Bene se Glielo permettiamo.
Autore: Mariagrazia Camassa
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