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Data: 27/01/2022 - Ora: 11:37
Categoria:
Cultura
Domenica 30 gennaio
Il Vangelo di questa IV domenica del Tempo Ordinario ci rivela Gesù, nella sinagoga di Nazaret, là dove un
istante prima, Lo avevamo lasciato, la scorsa domenica, che arrotolava la pergamena che annunciava
l’avvento del Regno di Dio tra gli uomini:- E’ proprio LUI, il Verbo del Padre, di cui parla la Scrittura- Egli
conferma. Per capire il risentimento dei Nazaretani, di fronte al figlio di Giuseppe e di Maria, loro umili
conterranei, dobbiamo accogliere dapprima la meraviglia di questa gente, nei confronti del trentenne
Gesù, fino a pochi giorni prima, collaboratore nella bottega del padre, artigiano, che ha cominciato ad
operare, in località geograficamente vicine alla loro, portentose guarigioni di ammalati. Allo stupore segue
poi l’incredulità, (" Sarà vero? " " Ma se è figlio di gente semplice! ") che si esaspera, quando Gesù si
dichiarerà, poco dopo la fine della lettura del rotolo, del profeta Isaia, "Figlio di Dio, mandato a realizzare il
Regno del Padre sulla terra ". Ancor peggio si diffonderà tra il Nazaretani una specie di rabbia omicida,
quando Egli stesso, invece di "premiarli ", come i suoi concittadini, dichiarerà che, presso di loro, non
opererà "i prodigi" realizzati altrove per la loro mancanza di fede in LUI.
Temo che anche molti di noi non sarebbero stati esenti dal modo di sentire dei conterranei di Gesù. Questi
però eccedono davvero, quando tentano di gettarLo giù dalla rupe, su cui è fondata la loro città. Ma "Egli si
allontanò da loro -dice il Vangelo-"e si ripose in cammino" verso Gerusalemme, dove (lo sapeva) sarebbe
stato imprigionato e condannato alla morte di Croce.
Quello che ci interessa, questa domenica, è confrontare la nostra fede in Gesù, con quella dei suoi
compaesani. Noi crediamo che sia LUI, il Figlio di Dio, mandato dal Padre ad annunciare il Vangelo (= bella
notizia) e a salvarci perché Dio ci ama e ci vuole eternamente Suoi? Siamo disponibili a condividere perciò la
nostra vita con i fratelli più fragili e poveri perché, come noi, figli dello stesso Padre del Cielo? Speriamo di
non sentirci troppo Nazaretani, convinti cioè che Gesù è soltanto un uomo, non è Dio, e che la Sua morte di
Croce, ancor più ci convince di questa nostra tesi. Corriamo il rischio, gettandolo giù dalla "roccia" del
nostro credo, di dover ascoltare anche la Sua risposta presente nel Vangelo odierno "Nessun profeta è ben
accolto tra i suoi" il che significa che LUI, Gesù, non potrà essere il nostro Salvatore, né saremo accolti tra i
figli del Padre nostro, da salvati. E ciò sarebbe, per noi, veramente il peggio.
E’ tempo di nutrire la nostra adesione al Cristo, colmando la nostra ignoranza, ciò comporta la necessità di
seguirLo quotidianamente nella Sua Parola, che ce Lo rivela, così come Egli veramente è: "Vero Dio e vero
uomo".
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