Il timore è che ci siamo tanto abituati all'annuncio della venuta conclusiva del Signore nella storia,
che la procrastiniamo come fatto riguardante le generazioni future, senza invece approfondirne la
prossimità nell'Avvento, tempo di preparazione del Natale. Il Signore, nella nostra vita, viene
sempre; è presente in ogni evento lieto o triste che ci è dato vivere: noi non ce ne accorgiamo
perché attraversiamo la storia, che dovrebbe essere della umana salvezza, come tempo di
libertinaggio (possiamo fare ciò che ci piace: gozzovigliare, sfruttare, frodare, fare la guerra...),
senza fare invece tesoro di quanto accadde ai tempi di Noè. Anche allora l'umanità non si curava di
Dio, ma si era votata all'edonismo...così che, quando arrivò il diluvio, (visita finale del Signore per
loro) non riuscirono a salvarsi. Pure avevano visto Noè costruire l'arca in un luogo all'asciutto,
lontano dal mare! Ma neanche di questo richiamo visibile avevano voluto tenere conto! Perché è
necessario maturare la coscienza dell'attesa di Gesù che viene come Re dell'Universo e del tempo?
Perché urge prepararvisi, purificando la relazione che ci unisce a LUI, nostro Salvatore che,
Crocifisso, ci presenterà al Padre per impetrarne il perdono. E’ importante che noi, riconoscenti per
tutte le visite che il Signore ci fa quotidianamente, prendiamo sul serio la nostra conversione perché
la sua visita finale non ci trovi a gozzovigliare, frodare, sfruttare il prossimo, desiderosi di
arricchirci dei vari beni materiali, come fu per i contemporanei di Noè, che ignoravano il tempo del
Signore, che giunse improvviso!