Il "Si" di Maria all’Arcangelo Gabriele, che le annunciava lei sarebbe divenuta madre del Verbo del Padre, dà origine al disegno salvifico di Dio, a vantaggio della nostra umanità, condannata, dopo il peccato in Eden, alla dannazione eterna. Nella Madre di Gesù, Assunta in Cielo, celebriamo anche la realizzazione del nostro nuovo destino eterno; lei già vive infatti quella che sarà la nostra condizione futura (ottenutaci dalla Pasqua del Cristo) : l’Eternità beata, nel grembo di Dio-Trinità,
Paradiso che ci attende.
Se in questo giorno solenne, con Elisabetta, madre del Precursore, veneriamo Maria, quale Mamma di Gesù e nostra, con la stessa Vergine, magnifichiamo il nostro Dio, ed esultiamo in LUI, che ha voluto farsi anche nostro Salvatore.
Se come LEI saremo umili, godremo anche noi dei doni che ci ha destinati l’Onnipotente. Nel canto Maria ci ripropone le Beatitudini che Gesù ci ha lasciato da vivere, nel Vangelo e che la Madre Sua ha praticato perfettamente nei giorni terreni.
Al contrario, dice la Parola, devono temere i superbi, i potenti del mondo e quanti hanno fatto dei beni terreni lo scopo unico della loro esistenza perché, contro di loro, Dio continua "a spiegare la potenza del suo braccio".
Sia il Magnificat il nostro canto di lode per la Madre nostra, incoronata dal Figlio Regina del Cielo, perché, in terra, ha voluto vivere fedele, povera ed umile. Imitiamone soprattutto lo stile di vita, riconoscendoci "ultimi" come Gesù, Primogenito di Dio-Padre e Questi ci renderà ricchi dei Suoi doni.