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Data: 15/07/2021 - Ora: 11:35
Categoria:
Cultura
Ascoltiamolo e curiamolo con l’unico cibo, capace di guarirci: il dialogo con il Signore, presente nel
Vangelo che salva
Somiglia al languore di stomaco la sofferta sensazione di vuoto del nostro spirito, che talora
diviene dolorosa esigenza, richiamo a quell’ "Ho sete" espresso da Gesù, sulla Croce.
Il nostro corpo, casa della relazione che ci lega a Dio, si fa interprete del bisogno amoroso che
sentiamo di LUI, quando diveniamo coscienti che ci manca.
Talora ci sentiamo liberi di allontanarci dalla nostra vera Origine - Padre Creatore e Gesù Cristo
Salvatore uniti dal Santo Spirito - , dimentichi che Gesù Cristo non si è limitato a salvarci dalla
antica colpa, ma ci ha anche riofferto la primitiva bellezza che Adamo ed Eva avevano smarrito, in
Eden, e anche noi, in loro.
Nonostante il dono della Grazia, offertaci gratuitamente, noi torniamo a fare quotidianamente
esperienza del peccato che Dio continua a perdonare, se lo vogliamo.
Il Nazareno, preso da una divina compassione per la povertà che contraddistingue anche l’umanità
dei suoi tempi, invia i discepoli ad annunciare la sua Parola, a guarire, a esorcizzare…
Arricchisce cioè i primi missionari del Vangelo dei suoi stessi divini poteri.
Terminato il compito assegnato, tornano gli inviati presso il loro Maestro, meravigliati loro, per
primi, di quanto erano riusciti a compiere, in virtù della Parola.
Gesù li vede stanchi e propone loro un po’ di solitudine con LUI per ritemprarli della fatica
sostenuta.
Ma… c’è sempre un ostacolo che si interpone a rendere impossibili i progetti più ambiti.
Infatti la gente, che prevede l’approdo di Gesù con i suoi, li precede.
E’ commovente lo sguardo del Rabbì, intenerito dalla solitudine in cui versa il popolo, simile a
gregge, senza pastore… e si offre a tutti, discepoli compresi, annunciando il Vangelo, bella notizia,
promessa di salvezza.
Non ci sembri ingiusto questo forzato cambiamento di programma del Signore, né trascuratezza
per i "suoi": Dio non può accettare che un solo uomo soccomba per inedia e quindi moltiplica il
pane della Parola, rendendolo sufficiente per tutti.
E noi, che soffriamo tanto il vuoto del cuore?
Ascoltiamolo e curiamolo con l’unico cibo, capace di guarirci: il dialogo con il Signore, presente nel
Vangelo che salva.
A tu per tu con Gesù
Quante volte, Signore,
ti sei commosso anche
di fronte al vuoto profondo
del nostro cuore!
I tuoi occhi velati di lacrime
ci invitano oggi a sostentarci
di te, Eucaristia e Vangelo,
per vivere davvero….! Lo possiamo soltanto,
restando nel tuo Amore.
Autore: Mariagrazia Camassa
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