Alla drammatica ricerca di Dio che vuole offrirsi come cibo all’uomo (il peccato lo ha
reso egoista, incapace di relazioni compassionevoli), si contrappone il rifiuto dei
discepoli, che se ne vanno, scandalizzati, di fronte alla proposta del Maestro: vuole
farsi nutrimento per il mondo.
Gesù aveva vegliato in preghiera, desideroso di farsi "mangiare" da noi perché
ricominciassimo a incontrare Dio e ad amarci tra noi, ed ecco che quanti erano stati
con LUI, compagni dei suoi giorni terreni, Lo rifiutavano.
Avevano deformato la proposta "Eucaristica" in un’inaccettabile forma di
antropofagismo. Avevano cioè percepito l’azione del Cristo come fosse diretta alla
vita terrena dell’uomo, al suo corpo.
Ci somigliano i discepoli che abbandonano il Maestro, dopo lunga consuetudine;
neanche noi, infatti, abbiamo capito che la carne, ciò che appare, non vale nulla:
"solo lo Spirito conta".
Gesù cioè non ci si propone come "pasto" per lo stomaco vuoto, ma come Vita
nuova per il nostro cuore impietrito, di cui ancora continuiamo a patire incapaci di
farci trasformare dal Pane Eucaristico.
L’abbandono dei discepoli è il tradimento dell’uomo che prepara Gesù alla Passione.
Egli, con il volto indurito dal dolore, domanda agli Apostoli, turbati: "Volete andare
via anche voi?"
A LUI risponde Pietro sapientemente: "Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole
di Vita eterna!"
La Verità di Dio, fattosi, per noi, Pane, non può smentirsi anche se costa
l’abbandono degli amici, e poi la Passione e Morte.
Estate bollente questa: proviamo a trovare sollievo spesso pensando, con
gratitudine rinnovata, alla sorgente d’acqua viva che sgorga, per noi, dal cuore di
Dio, Grazia, Vita nuova, che non si esaurisce.