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Data: 11/03/2022 - Ora: 10:29
Categoria:
Cultura
Domenica 13 marzo
Gesù è in cammino verso Gerusalemme, dove, per noi, soffrirà passione, giudizio e
morte di Croce. Perché i suoi discepoli, vedendolo umiliato morire, non si perdano
d’animo, Egli, in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, sale sul Monte Tabor,
mentre è intento a pregare, e si trasfigura, investito da luce divina. Candide le vesti,
si rivela sfolgorante, come già Risorto, fra Mosè, rappresentante della legge del
Sinai, ed Elia, uno degli antichi profeti. Con questi Gesù parla della sua futura morte.
Pietro, con gli altri due apostoli, uscito dalla sonnolenza gravosa, affascinato e
intimorito dalla visione, propone al Signore di fermarsi lì, con i due testimoni
dell’Antico Testamento; per loro costruiranno tre capanne. Ignora l’apostolo ciò che
sta chiedendo... Lo sappiamo noi che conosciamo i fatti e il loro susseguirsi: la
trasfigurazione è un anticipo della Resurrezione del Signore che però prima è morto
in Croce. Il capo degli Apostoli chiede l’impossibile perché "tutto ciò" (Passione-
morte e Resurrezione di Gesù, per loro in divenire) viene semplicemente anticipato,
nella parte gloriosa, a loro sostegno spirituale. La luce sul Tabor è segno della
presenza dello Spirito e del Padre, che, come nel Battesimo del Suo Unigenito, fa
udire la Sua Voce per riconoscerLo "diletto". L’ombra che, all’improvviso, (mentre
intorno tutto è LUCE), avvolge Pietro, Giacomo e Giovanni, è segno dell’umanità
crocifissa del Cristo e della sua divinità. Dio si manifesta nell’Antico e nel Nuovo,
come nube luminosa o oscura per l’uomo, incapace di vederLo.
Quando la visione si risolve e ritornano alla condizione loro familiare, i tre apostoli
si ritrovano da soli col Maestro. Sarà solo la Pasqua a rivelare loro il significato della
Trasfigurazione di Gesù, cui hanno assistito, tra turbamento, meraviglia, bisogno di
capire e desiderio di prolungare l’Evento. Certamente "dopo", Pietro, e i suoi due
condiscepoli, avranno guardato al Maestro, nella consapevolezza che avevano
capito ancora molto poco di LUI, della Sua Persona. E noi? Siamo più fortunati di loro
perché è già stato scritto il Vangelo da cui apprendiamo Eventi e significato della vita
del Signore Gesù, nato, vissuto, morto e risorto per noi. Il mio augurio, per tutti noi,
è che percorriamo i giorni che ci separano dalla Pasqua, nella luce del Santo Spirito,
che ha operato la Resurrezione del nostro Redentore, lo ha prima trasfigurato e, che
in LUI, farà risorgere anche noi, se lo accoglieremo come guida dei nostri passi.
Autore: Mariagrazia Camassa
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