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Data: 06/08/2021 - Ora: 09:33
Categoria:
Cultura
Commento al Vangelo della XIX domenica del tempo ordinario
Tornano all'attacco i giudei, plenipotenziari del tempo, contro Gesù; questi si opponevano all'insegnamento del maestro e al suo dichiararsi "Figlio di Dio", affermando che le sue opere non Lo smentivano (soprattutto spaventava i giudei l'adesione della folla alla Parola annunciata), di certo, però, negavano la sua origine divina, i suoi natali umili e noti.
Il Nazareno non poteva presumere di provenire dal Cielo, da dove si attendeva giungesse il Messia. La libertà del Signore, unica e divina, si lascia misurare proprio dalla mancanza di fede che i potenti Gli oppongono perché Egli rivela, come nessuno prima di LUI, che la Sua Parola nasce dalla Verità e dall'Amore personificati dal Suo Essere divino, che non conosce impigrimenti né paure.
Gesù spiega inoltre, con chiarezza, le ragioni della mancanza di fede in LUI dei giudei: non sono attirati dal Padre, non sono cioè destinati a far parte del numero dei credenti, e come i loro predecessori, non avranno posto nella vita eterna perché non hanno mangiato il vero Pane.
La connotazione che il Nazareno ci offre sulla fede è assai importante: inizialmente infatti, per l'uomo, credere significa accogliere la Parola, che è lo stesso Gesù Cristo (Verbo del Padre ).
È LUI stesso il Vangelo, Vita nuova che le passioni, le ricchezze del mondo e l'ignoranza però sradicano, rendendo l'uomo incredulo.
La sede della nostra adesione a Gesù, Parola di Dio, è il cuore, nostra parte affettiva profonda, che ci apre all'ascolto, all'accoglienza e alla custodia del Vangelo.
È lo stesso Verbo, fattosi Pane Eucaristico ad aiutarci ad attuare l'attraversamento del deserto, vita nel mondo, da credenti, praticando la Parola.
Diviene anche chiara a noi la funzione delle prove, che costellano l'umana esistenza: sono "il modo", utile a noi, di far sgorgare, dal profondo del nostro intimo, l'Amore per il Signore, spesso purtroppo assopito, al fine di renderci veramente liberi dalle umane schiavitù; consentendoci di vivere, da risorti, eternamente liberi in LUI.
Autore: Mariagrazia Camassa
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