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Data: 29/10/2013 - Ora: 17:08
Categoria:
Politica
A rischio il congresso di Lecce
E' proprio vero: il diavolo fa le pentole ma i coperchi! Si può sintetizzare così il caos attorno alle tessere del Pd. Perchè qualcosa di diabolico, se non di parossistico, c'è nella gestione dell'intera vicenda tesseramento dell'unico partito che ancora si organizza e delinea quadri e dirigenze attraverso il voto democratico degli iscritti. Tutto nasce dalla regole e dalla sregolatezza delle stesse. Per quanto riguarda il Congresso nazionale, per il quale si voterà il prossimo 8 dicembre, non c'è bisogno di avere una tessera ma potranno votare anche simpatizzanti e non, per Renzi, per Cuperlo, Civati, Pittella. In sostanza, non vi sono regole rigide sul voto del segretario nazionale, regola voluta in primis da Renzi e ben accetta, o tollerata, da tutti gli altri. Il caos nasce, invece attorno al rinnovo delle dirigenze locali per la cui elezione è richiesta la tessera. Votano, quindi, solo gli iscritti. Non solo, ma è possibile iscriversi fino a due ore prima l'inizio dell'assemblea.
Da qui, ma non solo da qui, il caos. I dati degli iscritti non possono essere certi fino alla votazione, in sostanza, e probabili "inquinatori" del voto potranno organizzare la trappola proprio nelle ultime ore. Ma il giallo del numero spropositato delle tessere nasce da un altro dato. Da Roma è partita una vagonata di tessere in giro per i circoli d'Italia senza basare il conteggio sul numero degli iscritti 2012, bensi un riferimento ad anni precedenti. In provincia di Lecce, per esempio, una delle province ad alto tasso di tesseramento gonfiato, sono state inviate 16.000 tessere, non perchè qualcuno ne abbia richieste tante, ma tenendo conto dei dati del congresso provinciale del 2009. I votanti nei congressi sono circa 3.000, e hanno già votato Nardò, Galatina, Galatone, Copertino, Leverano, Casarano, Maglie, Taurisano, Taviano, Parabita, Acquarica del Capo, Miggiano, Lizzanello, Carpignano, Castrignano dei Greci, Alezio, Calimera, Uggiano, Giuggianello, Ortelle, Poggiardo, Campi, Cavallino. In questi giorni, a più riprese, esponenti del Pd locale chiedono l'annullamento del congresso, tra cui Maniglio, Rotundo e Salvatore Capone. La confusione regna sovrana perchè, in fin dei conti, non si sa quante delle 16.000 tessere in circolo siano, e saranno, quante effettivamente sottoscritte e quante no. La domanda a questo punto sorge spontanea: ma stabilire regole certe e stringenti a monte, o eliminare del tutto il tesseramento o farlo valere per ogni ambito, da quello locale a quello nazionale, non sarebbe stato meglio? Perchè complicarsi la vita, e creare un altro marasma ulteriore ai tanti già in essere?
Autore: MN
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