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Data: 03/12/2014 - Ora: 09:50
Categoria:
Economia
Un rito che si ripete al Polo Oncologico del «Vito Fazzi»
Una cerimonia sempre gioiosa e coinvolgente. La commissione che si ritira, l’attesa del momento emozionante e ultra fotografato della proclamazione dei nomi e delle votazioni riportate. Due giorni per esaminare i laureandi, lunedì 2 e martedì 3 dicembre scorsi.
Nella sala convegni del Polo Oncologico il vociare dei candidati, dei parenti e degli amici copre la discussione della tesi. Si parla di «medicina di iniziativa», «ambulatori infermieristici sul territorio», «attivazione dell’Infermieristica di comunità e di famiglia», tutti argomenti nuovi che fanno parte del nuovo assetto della sanità locale.
Coordinatore dei corsi di laurea con sedi a Brindisi, Lecce e Tricase, il dottore Nicola Brienza, presidente del consiglio di interclasse, un organo interno alla scuola di Medicina e Chirurgia di Bari.
Ai tre corsi di Infermieristica si aggiungono quello di Logopedia a Lecce e Fisioterapia a Brindisi. In tutto circa un migliaio di studenti.
«La commissione valuterà la qualità del lavoro e il percorso formativo», spiega Brienza, «Sono studenti che vengono per la maggior parte dal Salento, ma anche da fuori regione. Le sedi per il concorso sono distribuite fra le strutture del Policlinico e il "Di Venere" di Bari, il "Miulli" di Acquaviva, Taranto, Lecce, Brindisi e Tricase».
La commissione di laurea è composta dal presidente dei corsi Brienza, dai docenti dei corsi di laurea, da un rappresentante del Ministero della Salute e due rappresentanti dell’Ipasvi, il Collegio degli infermieri. La frequenza dei corsi è solo a Lecce, dove in aula si fa la didattica e il tirocinio, mentree l’attività pratica nelle corsie del "Vito Fazzi" e negli altri ospedali della Asl.
Quali sono gli sbocchi lavorativi? Anche se il blocco delle assunzioni ha creato sacche di infermieri "in attesa", resta comunque la forte richiesta di salute. «Vuol dire – anticipa il dottore Brienza - che in una prima fase i neo laureati saranno costretti a lavorare in modo precario. Troveranno spazi soprattutto nel privato, nella sanità convenzionata, nelle associazioni o come liberi professionisti. Adesso l’infermiere guarda al territorio non più all’ospedale. Ma il lavoro non manca».
Alcuni di loro, quelli che si specializzano, saranno costretti a cercare lavoro altrove, nelle regioni del nord che si troveranno i nostri infermieri già formati. A spese della Regione Puglia e dell’Università che hanno investito su di loro.
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