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Data: 31/03/2016 - Ora: 14:33
Categoria:
Attualità
Indagine di Coldiretti Puglia
Troppe distorsioni nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola e nella trasformazione dal grano alla pasta e al pane, dal latte ai prodotti lattiero-caseari
Scendono ancora dello 0,1% a marzo i prezzi del carrello della spesa dei beni alimentari ‘non lavorati’, secondo i dati provvisori dell'Istat che a febbraio aveva registrato un ulteriore calo tendenziale dello 0,4%. I prezzi dei prodotti lavorati, invece, non variano su base mensile e mostrano in termini tendenziali solo un lieve rallentamento della crescita con +0,2% a marzo da +0,3% di febbraio.
La riduzione dei prezzi al consumo è drammaticamente amplificata nelle campagne pugliesi, dove i prezzi del grano duro hanno subito un calo del 35%, del latte del 16% e di verdure e pomodori che registrano il crollo fino al 60% rispetto allo scorso anno sia in provincia di Bari che a Foggia.
"La forbice dei prezzi dal campo alla tavola – denuncia Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia – si allarga sempre più per effetto congiunto dell’andamento climatico anomalo e troppo spesso di speculazioni e distorsioni lungo la filiera. Rispetto agli ortaggi, a nulla è valsa la programmazione degli orticoltori che in Puglia stanno raccogliendo ortaggi maturati contemporaneamente per il caldo anomalo degli ultimi mesi. Ciò sta determinando una saturazione e conseguente stagnazione del mercato già fermo per una domanda che non c’è, perché più fa caldo meno i consumatori acquistano ortaggi di stagione".
La situazione dei prezzi in campagna - continua la Coldiretti - sta assumendo toni drammatici anche per il grano e gli allevamenti, in maniera particolare per il prezzo del latte alla stalla.
"Sono enormi e non più accettabili le distorsioni esistenti nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola e nei processi della trasformazione, come ad esempio dal grano alla pasta e al pane e dal latte ai prodotti lattiero-caseari – incalza Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – durante il quale i prezzi si moltiplicano in modo esponenziale e i centesimi si trasformano in euro. Per ogni euro speso nell’acquisto di prodotti alimentari solo 15/ 17 centesimi nella migliore delle ipotesi servono a remunerare il prodotto agricolo".
La famiglia pugliese (2/3 componenti) spende in media ogni mese 412 euro per i consumi alimentari. Il capitolo di spesa più consistente riguarda carne (95 euro), ortaggi e frutta (68 euro), pane e farinacei (66 euro), latte, formaggi e uova (63 euro), oli e grassi (13,7 euro).
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