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Data: 17/03/2016 - Ora: 12:55
Categoria:
Attualità
Un delitto che scava nella psicologia dei protagonisti
Il delitto della professoressa Gloria Rosboch ha inevitabilmente scosso gli animi di tutti ma, prima di analizzare gli aspetti più sconcertanti, è doveroso partire dal principio.
I fatti vedono come scenario il piccolo paese di Castellamonte provincia di Torino dove Gloria Rosbock insegnava Francese da precaria e viveva con i suoi anziani genitori.
Saranno proprio i due coniugi a far partire le ricerche della figlia, dal momento che ella non rincasava nonostante quest'ultima avesse dichiarato di non tardare e che usciva solo per presiedere ad una riunione a scuola.
Gli inquirenti scoprirono poco tempo dopo che l'insegnante aveva mentito in molte occasioni: non vi era alcuna riunione e che aveva prelevato dal conto dei genitori 187.000 destinati a essere investiti in un attività in costa azzurra in società con un suo ex studente Gabriele Defilippi. La situazione non andò come Gloria previde poiché scopri di essere stata truffata e in seguito a una sua denuncia ai danni di Defilippi di cui egli ne era all'oscuro non si ebbero più sue notizie, naturalmente ciò poneva il ragazzo come primo indagato.
La svolta nelle indagini si ha quando il 55enne Roberto Obert, porta le squadre di ricerca nel luogo in cui giaceva il cadavere della donna dichiarando che l'esecutore materiale del delitto era Gabriele che venne subito arrestato insieme al suo complice.
Nonostante una confessione e un movente, ancora non ci sono le certezze su chi effettivamente abbia commesso l'omicidio, i due amici dal carcere continuano ad accusarsi a vicenda non riuscendo a comprendere che finanche fosse stato uno ad uccidere, l'altro non può non essere accusato del medesimo reato in virtù del fatto che non ha agito nel bene della donna: è rimasto a guardare pur potendo fare qualcosa per evitare la morte di una donna sicuramente ingenua.
Molte sono le domande relative ai motivi che hanno portato la povera Gloria a questo triste destino, prima fra tutte il tipo di relazione intrapresa con il giovane: è risultato chiaro che lei fosse sentimentalmente coinvolta da Gabriele ma era un amore unilaterale manipolato dalla mente calcolatrice e avida di denaro.
Le truffe nei confronti di anziani, per esempio, sono all'ordine del giorno, si approfitta del desiderio di una pensione più cospicua promettendo illusori investimenti; il caso in questione è simile ma allo stesso tempo originale nel suo genere: il truffatore non solo fa leva su una condizione economica precaria, ma sfrutta a suo vantaggio la vanità ed il sentimentalismo di una donna in avanti con gli anni che non ha un compagno e che vive una vita semplice, priva di stimoli.
La donna è fatta cosi, ama essere lusingata e corteggiata però la critica che potrebbe essere mossa è proprio dovuta al suo essere donna adulta, capace di discernimento anche di fronte alle attenzioni di un bel ragazzo.
L'ingenuità da parte di Gloria e le abilità persuasive dell'assassino possono essere relative di fronte a un abbaglio cosi eclatante da parte di una persona matura, le radici di questo coinvolgimento sono riscontrabili in alcune mail nelle quali lei lamentava una vita incentrata dal peso di due genitori apprensivi che la trattavano come una ragazzina, lui la istigava con frasi riferite ai genitori tipo"sono abituati ad una determinata routine" ,lei definiva il suo confidente/spasimante come il suo psicologo.
Gabriele Defilippi è risultato non solo un freddo calcolatore degli eventi, ma anche una persona totalmente in balia del suo delirio di onnipotenza, una personalità narcisistica che non esita a vantarsi dei suoi crimini sempre con chi è più debole non è complicato tracciare questo profilo psicologico vedendo le immagini che metteva sui social network.
Recenti novità sui fatti, vedono come protagonista il fratellastro minorenne che, dopo un lungo silenzio dovuto alle minacce del Defilippi, è riuscito a raccontare alcune verità che comprometterebbero ancora di più la posizione del ventiduenne poiché il bambino dichiara di essere stato più volte testimone delle minacce di morte che l'imputato faceva sia alla Rosboch che alla famiglia se avessero parlato.
Spesso il detto "l'abito non fa il monaco" è veritiero ma in futuro come monito è sempre bene diffidare da persone che fanno promesse di esagerata portata specie se non hanno pudore nel mostrare immagini di sè inopportune e di cattivo gusto
Autore: Susanna Conte
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