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Dario Stefàno è per il SO

Data: 18/10/2016 - Ora: 09:27
Categoria: Politica

dario stefàno

Nè sì nè no

C'è chi dice "no", chi dice "sì" e chi dice "So", sposando gli uni e gli altri. E' l'altra faccia del referendum, alcune cose vanno bene altre no per cui nè sì nè no ma dentro il dibattito riformatore. E' la posizione dei senatori Dario Stefàno e Luciano Uras del Gruppo Misto. "Noi ci iscriviamo allo stesso partito di Giuliano Pisapia: - dicono quello che non accetta che il confronto sulla revisione costituzionale, oggetto del referendum del prossimo 4 dicembre, si trasformi in uno scontro mortale tra le diverse anime del campo democratico e progressista, a danno della prospettiva di un "governo avanzato" del Paese, nel più ampio interesse popolare.

In passato, abbiamo già espresso le nostre convinzioni durante la discussione parlamentare e sul merito di questa riforma costituzionale. Una riforma che proprio non vogliamo e non possiamo giudicare come un attentato alle libertà e alla partecipazione democratica.

Le questioni oggetto di questo confronto/scontro non sono mai state il superamento del bicameralismo paritario o la revisione del ruolo del Senato o, ancora, la soppressione di alcuni livelli istituzionali di autonomia locale. Tantomeno la soppressione del CNEL. Certo, vi sono degli elementi di criticità: in primo luogo l'eleggibilità dei Senatori, ed è auspicabile che l'apposita legge elettorale possa risolvere tale perplessità. Ma non basta: anche la non perfetta distribuzione delle competenze Stato centrale e autonomie regionali e locali; ed anche in questo caso la speranza è che la Corte costituzionale riesca a sistemare gli assetti, come già avvenuto in passato. Sono questioni di un certo peso, che non ipotecano il nostro sistema democratico, ma che riflettono piuttosto un modo diverso di intendere e declinare una condivisa necessità di riforma del nostro sistema parlamentare e delle Autonomie.

Per questo vogliamo che la politica adesso svolga il suo ruolo più alto, quello maieutico, quello volto quindi non a gridare e strappare il consenso, ma capace di accompagnare i cittadini a scegliere con conoscenza e consapevolezza se approvare o meno questa riforma. E questo ritrovato equilibrio nei toni come nei modi sarà certamente utile anche a superare le fibrillazioni che si registrano nelle vicende politiche generali, nelle crisi che attraversano le istituzioni Europee e quelle nazionali, e che stanno generando fenomeni aggressivi di populismo fascista, xenofobo e qualunquista che rappresentano - questi sì - il vero, più oscuro pericolo per la democrazia occidentale e per la serenità di vita delle nostre comunità."

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