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Data: 23/08/2018 - Ora: 15:34
Categoria:
Cronaca
Violenze familiari, interviene la criminologa Antonella Cortese
Dopo la macabra denuncia e scoperta delle violenze incestuose del padre sulla figlia in un paese del Salento e la nascita di un bimbo in seguito alle ripetute violenze perpetrate, interviene Antonella Cortese, segretaria generale Accademia italiana delle scienze di polizia investigativa e scientifica, sulla vicenda e più in generale sulle problematiche legate ai disagi che nascono e si sviluppano in famiglia.
"La casa e la famiglia sono percepite come un luogo sicuro, dove i bambini crescono, sperimentano, sognano e affrontano il mondo magari fingendosi supereroi dei loro fumetti o cartoni preferiti. Ma quando gli orchi abitano in casa il tema principale diventa sicuramente la paura, e la paura dei mostri, che abitano nell’immaginario che tutti i bambini possono provare, diventale reale. Una paura che paralizza e che non si sa come combattere quindi la si subisce come la peggiore delle condanne. E’ difficile da commentare quello che non dovrebbe mai succedere, le cronache locali del Sud del Salento anticipano oggi delle indiscrezioni sulla denuncia choc di una donna abusata ripetutamente dal padre prima di diventare maggiorenne e poi rimasta incinta. Un caso su cui la Procura di Lecce pare abbia già aperto un fascicolo di inchiesta proprio su iniziativa partita dalla denuncia della donna che, accompagnata dall’attuale compagno, ha confessato agli inquirenti questa terribile verità ad anni di distanza dalla sua adolescenza violata. Infatti solo nel tempo, nell’amore sincero di una vera famiglia e nella distanza anche fisica dai luoghi di un’ambiente malato si può trovare in quella paura, da istinto nemico, il punto di forza per denunciare. L’Accademia italiana delle scienze di polizia investigativa e scientifica (Aispis) impegnata attivamente sul territorio nazionale per combattere la violenza di genere, parte proprio da questa consapevolezza: l’ambiente condiziona il comportamento e la vittima immersa nell’oblio di certi contesti non ha via d’uscita. Per attuare le corrette misure di prevenzione e per contrastare ed individuare per tempo le situazioni a rischio dobbiamo combattere contro la paura. Ma la paura non è solo quella delle vittime, delle donne, dei bambini, delle madri, al contrario, la paura è anche degli adulti e degli orchi. Ma quella è una paura vile, è la paura di essere scoperti per il loro crimine e viene da loro usata per giustificare la violenza e la crudeltà dei loro gesti. L’Aispis per questo attraverso un progetto che parte dal territorio vuole puntare a realizzare dei luoghi sicuri, un ambiente sano dove le paure possano crollare. La paura non sia più un mostro che paralizza le vittime né un‘ombra che faccia da schermo ai colpevoli. Si punta ad una sinergia, tra forze dell’ordine, associazioni, esperti del settore e le stesse donne con le loro esperienze e i loro trascorsi per dare una reale sicurezza e una vera protezione nel momento in cui denunciano, che è un momento estremamente critico, ma è un momento quello che dobbiamo riuscire ad anticipare in ogni modo per intervenire e liberare le donne il prima possibile".
Autore: Antonella Cortese, segretaria generale della Aipsi
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