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Depuratore Gallipoli. Tutto in alto mare

Data: 11/07/2013 - Ora: 15:29
Categoria: Politica

depuratore

Intanto il sindaco Errico è intenzionato a chiedere a danni alla Regione

Il sindaco di Gallipoli Francesco Errico ha intenzione di trascinare la Regione Puglia in Tribunale, rea, secondo lui, di danneggiare l'immagine della Città Bella con le decisioni assunte in tema di depurazione. Azione risarcitoria che lascia l'amaro in bocca se poi, dai fatti, si evince che forse una soluzione vera e propria non c'è. Tanti buone intenzioni ma non una soluzione definitiva. Chi costeggia il litorale da Gallipoli fino a Rivabella noterà dei cartelli di Divieto di Balneazione. Difficili da digerire e anche da rispettare perchè il mare, quel mare, resta un mare stupendo. Secondo Goletta Verde, invece, quel tratto da Porto Gaio in poi non è balneabile. "Da lungo tempo – dice Errico – nei miei incontri in Regione ho provato a dimostrare, documenti alla mano, come l'attuale funzionamento del depuratore non fosse così scontato ed a regime come invece si sosteneva. Per questo sin dal primo momento, forte tanto di un deliberato all'unanimità del consiglio comunale quanto di un pronunciamento del Tar e del Consiglio di Stato, ho chiesto una soluzione al problema che avesse quale punto finale l'inviolabilità del nostro mare e la salvaguardia della balneabilità del nostro litorale. Tutto ciò non solo per ragioni ambientali ma anche, come poi è stato dimostrato dai fatti, a tutela dell'immagine della mia città, che è stata ingiustamente vilipesa e danneggiata in un momento quanto mai particolare per la nostra stagione balneare".

Facciamo un passo piccolo indietro e cerchiamo di capire cosa diceva la Regione non più di un mese fa. Galati, consigliere vendoliano, così si esprimeva: "

"Fidiamoci della competenza tecnica e dell'equilibrio politico già dimostrati durante l'audizione da Angela Barbanente: tra trenta giorni torneremo allo stesso tavolo per indicare la soluzione più utile a Gallipoli e al Salento".Nell'audizione di ieri, infatti, il governo regionale ha preso un impegno importante: redigere entro un mese un nuovo report sul caso depuratore di Gallipoli, indicando costi e benefici delle quattro soluzioni possibili, ovvero fitodepurazione, scarico in falda, riutilizzo in agricoltura e condotta sottomarina."Ognuno di noi ha una sua tesi - sottolinea Galati - e gli interessi (ambientali, economici e sociali) da contemperare sono tanti. Ma la saggezza e la puntualità di Angela Barbanente ci rassicura: tutte le opzioni verranno vagliate in maniera approfondita, senza preconcetti e soluzioni predefinite.

Stessa prudenza e fiducia ci permettiamo di consigliare a tutti i colleghi consiglieri, specie a quelli dimaggioranza: una fuga in avanti, in questo momento di approfondimento tecnico, significherebbe tirare per la giacchetta in maniera impropria il governo regionale in vista di una malintesa vittoria politica.L'unica vittoria da ricercare, viceversa, è quella del territorio: trovare la migliore soluzione del problema del depuratore e del suo scarico finale, con l'obiettivo di non sprecare acqua e tutelare il mare e la costa".

La stessa Barbanente, assessore all’Assetto del Territorio e vicepresidente della Regione, il giorno dopo ribadiva che dal depuratore di Gallipoli la maggior parte delle acque reflue sarebbero state indirizzate verso le reti irrigue già esistenti come il Brile e che è adiacente all’impianto. "Un’altra parte sarà diretta ad una rete irrigua di nuova costruzione che sarà a servizio della città di Gallipoli perchè – insiste la Barbanente – è inaccettabile utilizzare l’acqua potabile per usi che non la richiedono. E ciò che resta va nel Canale dei Samari. Ma la chiave di tutto sta nella parola rinaturalizzazione. Ovvero si bonificherà il canale ad oggi ‘sporcato’ da cemento e materiali simili, piantando specie vegetali e faunistiche che hanno la capacità di depurare l’acqua". In sostanza, da queste dichiarazioni come da altre si evince come una soluzione chiara e definita non esiste per le acque di Gallipoli. E, a dirla tutta, non vediamo una soluzione immediata.

Autore: Maria Nocera

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