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Data: 14/06/2013 - Ora: 12:09
Categoria:
Politica
La questione del depuratore a Gallipoli non è ancora risolta e ora il sindaco Errico è pronto a citare la Regione per danni
Da troppo tempo il tratto di scogliera a nord della città di Gallipoli accoglie gli scarichi del depuratore, che sta facendo sentire i suoi effetti negativi anche alla costa sabbiosa di Rivabella. Il sindaco di Gallipoli, Francesco Errico, è pronto a difendere e tutelare il settore del turismo della città dai danni che sta causando da troppi anni il depuratore, anche a costo di citare la Regione.
"Abbiamo agito sempre con il massimo rispetto nei confronti delle istituzioni, e l’assessore regionale Angela Barbanente ci ha chiesto ancora un mese di tempo per decidere in merito alla questione dei depuratori. Ma è chiaro che se trascorso tale periodo non vi sono cambiamenti, difenderemo le nostre ragioni, come già in passato abbiamo fatto". Infatti, nel 2010, il consiglio comunale di Gallipoli ha deliberato un’azione per danni contro la Regione, in riferimento alla questione del depuratore, sia sul versante nord che su quello sud.
Anche Giuseppe Coppola, capogruppo in Comune de La Puglia Prima di Tutto, si rivolge alla Regione chiedendo di risolvere il problema. "Gallipoli si deve riappropriare del chilometro di costa interdetto alla balneazione che rappresenta un’offesa per il lavoro degli operatori economici di questa città".
Sulla questione interviene anche il presidente dell’Udc regionale Salvatore Negro: "Per il futuro di Gallipoli speriamo che la Regione chieda una deroga alle attuali disposizioni normative e che verifichi la possibilità di smaltire in falda le acque reflue ultra-raffinate".
La risposta da parte dell’assessore regionale, Angela Barbanente, non si è fatta attendere. "Non abbiamo bisogno di un mese di tempo per decidere sullo scarico del depuratore di Gallipoli, la soluzione c’è già. Dopo la riunione della commissione Ambiente siamo arrivati ad una eventuale soluzione, quella di riusare le acque affinate, evitare lo scarico in mare e consentire quindi la balneazione nel tratto di costa nel quale oggi è vietata".
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