L’uomo trascorre circa un terzo della sua vita dormendo. E’ proprio durante il sonno che il nostro cervello elimina le informazioni insignificanti e superflue per dare spazio a quelle più importanti e per questo è una fase assolutamente necessaria per permettere ad esso di riorganizzarsi indebolendo le connessioni nervose in modo da evitare lo stress cellulare, risparmiare energia, dare la possibilità ai neuroni di rispondere in maniera selettiva agli stimoli.
Sono ancora irrisolti i problemi legati al sonno come le insonnie, parasonnie e ipersonnie. Tipico di chi soffre di insonnia è il fatto che spesso non si riesce a terminare compiti che risultano invece semplici ad una persona riposata. Le parasonnie comprendono vari disturbi come il sonnambulismo durante il sonno lento profondo, l’incubo, gli attacchi di ansia legati al sonno ed erezioni notturne dolorose; le ipersonnie comprendono parecchie affezioni sia funzionali che organiche la cui caratteristica comune è l’eccessiva sonnolenza durante il giorno.
Ricoprono un ruolo di rilievo le due fasi REM e non REM. Entrambe derivano da Rapid Eye Moviment (movimento rapido degli occhi) e la prima si riferisce al processo caratterizzato da una situazione decisamente non tranquilla durante la quale si sogna; la seconda invece prevede quattro momenti che assistono alla discesa nel sonno profondo, all’abbassamento della temperatura corporea, al rallentamento del battito cardiaco e del respiro, il rilassamento della muscolatura e dalla comparsa di onde celebrali.
L'importanza del sonno si può evidenziare anche sul piano evolutivo: assente nei pesci e negli anfibi, comincia a comparire nei rettili, mentre le fasi REM e non-REM fanno una timida comparsa negli uccelli, per strutturarsi definitivamente nei mammiferi.
Di conseguenza è inevitabile affermare che lo studio del sonno è molto importante e fondamentale non solo sul piano teorico ma anche su quello clinico.