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Emergenza abitativa: un'altra famiglia leccese rischia di finire in strada

Data: 23/09/2015 - Ora: 12:04
Categoria: Attualità

lecce

Il 28 settembre sarà eseguito lo sfratto nei confronti di una famiglia residente nel quartiere San Lazzaro

L'ennesimo nucleo familiare leccese alle prese con l'incubo casa. Padre, madre e figlia di 10 anni, residenti nel quartiere San Lazzaro, il prossimo 28 settembre saranno costretti a lasciare l'appartamento condotto in locazione e, salvo improbabili soluzioni dell'ultim'ora, non avranno più un tetto sotto il quale vivere.

Purtroppo, la storia è comune a tante altre: il padre collaborava con un'agenzia immobiliare, chiusa a causa della grave crisi del settore. Trovatosi improvvisamente senza lavoro e in serie difficoltà economiche, è inevitabilmente giunto lo sfratto per morosità per l'immobile locatogli. A nulla è valso l'intervento della parrocchia di appartenenza, che ha raccolto le somme necessarie a saldare la morosità versando circa Euro 2.000,00 al proprietario dell'appartamento, senza tuttavia ottenere una formale rinunzia all'azione esecutiva.

Così, in mancanza di un intervento urgente da parte di istituzioni e/o soggetti di buona volontà, il 28 settembre prossimo anche questa famiglia sarà privata del sacrosanto diritto a vivere in un'abitazione, quale luogo dove la stessa possa condurre un'esistenza salubre e dignitosa. Pur essendo tale diritto implicitamente sancito dal dettato costituzionale ed espressamente definito dalla Legge Regionale n. 10/2014.

Intanto il signor Piero Scatigna, dpo aver dormito per circa un anno in un'autovettura, nella totale indifferenza dell'istituzioni locali, solo grazie al clamore mediatico suscitato dalla sua odissea ha avuto un'opportunità di lavoro a Malta, dove si recherà il prossimo 25 settembre e, il giorno stesso, inizierà a lavorare presso un ristorante.

Non sarà facile separarsi dalla propria famiglia, ma "tutto è meglio rispetto a quanto ho vissuto nell'ultimo anno. Ricominciare a lavorare significa tanto per me - afferma Piero - recuperare la dignità umana e l'indipendenza economica per assicurare un futuro alle mie figlie mi avrebbe fatto accettare un lavoro anche dall'altra parte del mondo". Così, se tutto dovesse andare per il meglio, dopo la fine dell'anno scolastico anche la moglie e le due figlie lo raggiungeranno a Malta per iniziare una nuova fase della propria esistenza.

"E' triste essere costretti a lasciare la propria terra e i propri affetti – rileva l'avv. Stefano Gallotta, segretario di Codici Lecce – ma chi istituzionalmente doveva aiutare questa bellissima famiglia e, in primis, il Comune di Lecce, ha ignorato tutti gli appelli rivoltigli dal Presidente della Repubblica Mattarella, dalla Vicepresidente della Commissione diritti umani al Parlamento, Senatrice Daniela Donno (M5S), da Raiuno, da La7, dalle più importanti testate giornalistiche nazionali e locali... Un silenzio sconcertante che ha reso impossibile risolvere questa drammatica vicenda in altro modo".

A questo punto, è doveroso domandarsi se il Comune intende iniziare ad affrontare in modo serio e responsabile l'emergenza abitativa, eventualmente istituendo, come proposto dalla nostra associazione, un tavolo di lavoro che individui e assegni transitoriamente gli immobili vuoti del patrimonio comunale o di altri soggetti, oppure il crescente numero di senzatetto a Lecce dovrà considerare solo la possibilità di lasciare la propria città. Innanzitutto, chiediamo al Sindaco di Lecce di dimostrare che le priorità non sono altre e di intervenire concretamente almeno a favore di questa famiglia in procinto di finire per strada con una figlia minorenne a carico. O, considerato che ci giungono sempre più di frequente casi disperati di nuclei familiari in condizioni analoghe, dovremo invitarli a trasferirsi tutti altrove, con buona pace dell'amministrazione locale?

Autore: Codici Lecce

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