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Data: 16/02/2016 - Ora: 10:19
Categoria:
Politica
Il report sui fattori di rischio dell’ambiente
Sono stati resi noti ieri i risultati dello studio-monitoraggio che da più di due anni ha impegnato enti e agenzie del Salento per cercare di dare risposte all’aumento di numerose patologie nella provincia di Lecce. I dati sono stati raccolti ed elaborati dalla Repol (la rete per la prevenzione oncologica leccese), oggi Csa (centro salute ambiente) e hanno prodotto uno studio completo (437 pagine) e importanti spunti di approfondimento.
Al museo Castromediano, dove sono stati illustrati i dati del Report, il presidente Emiliano ha rinnovato il suo impegno per decarbonizzare le centrali termiche di Cerano e dell’Ilva di Taranto. «Sono i due più grandi impianti in Europa che utilizzano il carbone – ha detto – Penso che non farò alcuno sforzo a convincere il presidente del consiglio a riconvertire a gas le due centrali perché è la legge che ce lo impone. Ma vogliamo una risposta che attendiamo da due mesi».
E ancora, «C’è chi sostiene che convertire a gas costa troppo. Allora – argomenta - se morire costa poco e sopravvivere costa molto c’è qualcosa che non quadra. Questa non è economia è una follia».
Emiliano ha invitato a chiedersi se sia utile o inutile battersi per ottenere «emissioni zero», utilizzando il gas. «Non sono d’accordo con le ossessioni ambientaliste – ha detto – spesso strumentalizzate, ma la decarbonizzazione è una battaglia politica. Sia chiaro – ha sottolineato - l’approccio all’uso del gas per la riconversione delle centrali va fatto su basi scientifiche. E siccome la decarbonizzazione è prevista dalla legge, penso che il popolo che si arrabbia non lo ferma nessuno».
Nelle scorse settimane Emiliano ha presentato a Parigi il piano per la riconversione delle centrali. «E’ stato un successo – ha riferito – Sono impianti che producono danni alla salute. Mentre il governo non dà risposte. Non mi sembra credibile che la colpa della presenza di polveri in eccesso a Torchiarolo sia stata attribuita ai camini delle abitazioni».
E’ intervenuto anche il commissario della Asl di Lecce Silvana Melli, che proviene proprio da Taranto.
«So quanto è importante uno studio serio sull’ambiente. Il diritto alla salute . – ha rimarcato - non sono solo le cure mediche e gli esami diagnostici. Le patologie tumorali hanno costi elevati. Per ogni paziente si spendono circa 25.800 euro. Quindi in futuro è necessaria la prevenzione e l’assistenza primaria sul territorio».
Il direttore di Arpa Puglia Giorgio Assennato ha illustrato i dati della Repol e ha evidenziato come «la provincia di Lecce, pur non essendo area industrializzata come Brindisi e Taranto, per la vicinanza alle centrali ha bisogno di approfondimenti conoscitivi di alto profilo per monitorare una situazione che potrebbe essere di pericolo. Per garantire ai cittadini e ai turisti il sano godimento di matrici come l’acqua e l’aria».
L’epidemiologo barese ha valorizzato il lavoro della Repol perché «ha messo insieme istituzioni ambientali e sanitarie e ha impegnato le istituzioni politico-amministrative, coinvolgendo enti di ricerca locali, Cnr, università, mobilitando una massa di scienziati con l’obiettivo di verificare l’impatto dell’ambiente sulla salute».
Per l’oncologo Giuseppe Serravezza noi accusiamo un ritardo di 20 anni rispetto ai paesi anglosassoni. «Da noi – spiega - non è stata sviluppata la ricerca, perché nessuno ha interesse a farlo. Questo report – aggiunge - è utile ma ha dei limiti. Da 20 anni spingiamo per fare la prevenzione primaria. I dati sono aleatori e suscettibili di modifica per la limitatezza delle conoscenze. Qui noi abbiamo fatto poco, abbiamo aspettato che la gente si ammalasse per poi curare. La prevenzione l’abbiamo interpretata sempre in senso medico, come screening, Pap test… ma non basta perché il cancro è già presente La vera prevenzione è questa, quella primaria, lo studio delle cause da correlare ai fatti epidemiologici». E ammette, «Questo è un primo passo».
Autore: Salute Salento
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