In questo giorno solenne celebriamo la "manifestazione" (questo significa Epifania) di Gesù, ancora infante, come Figlio di Dio, anch'Egli Dio dell'intera umanità. Della Sua nascita, in Giudea, vengono a sapere i Magi, orientali, studiosi degli Eventi storici importanti. Meraviglia di costoro - che noi abbiamo chiamato "Re" per la nobiltà del loro cuore, la sollecitudine che li fa giungere ad adorare il vero e unico Re della umanità di tutti i secoli, appena nato al mondo. Una stella guida i Magi all'umile presepio. Nessuna cornice sontuosa, né abiti regali rivelano loro Gesù e Sua madre, pure la sapienza suscita in questi uomini la fede. Di loro dice il Vangelo, infatti, "Prostrati, Lo adorarono". Quindi offrirono al divino Infante doni regali: oro, incenso e mirra (erba amara, profezia della Passione e Morte che attendeva il Piccino, già nostro Salvatore).

Voglio approfondire con voi brevemente il valore che ha, per noi, il bambino Gesù, che, nella povertà del contesto deve svelarci più della commozione incapace di restituirci un cuore tenero, il disegno divino: Egli nel dono del bambino inerme, ci invita a riscoprire in noi, che viviamo, al seguito di idoli stantii, mortiferi, il nostro io-bambino. Lo abbiamo seppellito nelle vicende di un'umanità che va massacrandoci il cuore "amante". In questi giorni ho voluto fermarmi davanti al Re della Storia, appena nato; infante. Mi sono ritrovata improvvisamente ricca dei sentimenti smarriti, lontani, quali: il bisogno di perdonare me stessa e gli altri, la gioia di avere offerto alla vita un po' del mio essere, la gratitudine, per il Signore, che, da sempre accompagna i miei giorni. Fate anche voi, come i Magi: adorate il Signore, venuto al mondo, Bambino, e vi ritroverete finalmente piccoli, semplici e felici.