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Data: 02/07/2013 - Ora: 16:06
Categoria:
Economia
La proposta del Sen. Stefàno: "Stop alla precarietà. E lo Stato risparmierebbe ogni anno 75 milioni di euro".
Ex Lsu nelle scuole: assunzione diretta per risparmiare risorse e stabilizzare i lavoratori precari. È la proposta contenuta nel disegno di legge presentato dal senatore Dario Stefàno (primo firmatario) che prevede una soluzione dignitosa al problema dei lavoratori ex LSU (lavori socialmente utili), la categoria nata negli anni Novanta come azione di "politica attiva" del lavoro, che prevede il coinvolgimento dei soggetti svantaggiati in iniziative di pubblica utilità, presso gli Enti locali, a fronte di un sussidio da parte dello Stato.
"Nel corso degli anni però – spiega Stefàno – i vari interventi legislativi costruiti per ottimizzare e stabilizzare i lavoratori hanno perduto la rotta, tradendo gli obiettivi, anzi riacutizzando la precarietà lavorativa e, per giunta, aggravando le casse pubbliche con un eccessivo sperpero di risorse. Ecco perché serve un dispositivo normativo che tuteli il lavoro degli ex LSU e che permetta, allo stesso tempo, al Paese di risparmiare utili risorse finanziarie".
Il disegno di legge prevede l'assunzione diretta da parte del MIUR dei lavoratori ex LSU, accompagnata da percorsi di prepensionamento per chi è prossimo all’età pensionabile, in modo da raggiungere un perfetto equilibrio tra le esigenze di risparmio per lo Stato e il mantenimento dei livelli occupazionali e salariali, con l'avvio di un piano di miglioramento del servizio.
"Nello specifico – sottolinea il senatore Stefàno – è stato calcolato che se lo Stato provvedesse ad assumere i lavoratori, oltre a garantire maggiori tutele agli stessi si risparmierebbero ben 75 milioni di euro all'anno. Non mi sembra poco, in un periodo di penuria di risorse. Peraltro, le stesse organizzazioni sindacali hanno proprio in questi giorni denunciato il rischio che le Istituzioni scolastiche acquistino per il prossimo anno scolastico i servizi esternalizzati per le funzioni corrispondenti a quelle assicurate dai collaboratori scolastici, con una riduzione cospicua delle risorse - di 25 milioni per il 2014 e di 49,8 milioni a decorrere dal 2015 - a fronte però dello stesso numero di unità lavorative coinvolte, che dunque vedrebbero decurtare le ore lavorative".
"E' una vicenda nazionale - argomenta Stefàno - che incrocia il tema del lavoro, i sistemi di tutela e le risorse destinate agli ammortizzatori sociali. Attraverso questo disegno di legge diviene finalmente possibile stabilizzare i lavoratori, combattendo la precarietà e, parallelamente, risparmiare ingenti risorse pubbliche. Per anni la situazione dei lavoratori si è trascinata, passando attraverso vicende legislative sfavorevoli che non prevedono garanzie previdenziali sufficienti, producendo peraltro effetti negativi sui diritti pensionistici. Vorrei ricordare infatti che, inizialmente, per circa 15 mila unità impiegate negli istituti scolastici, si è immaginato addirittura di prefigurare questa categoria come ammortizzatore sociale, nonostante gli ex LSU svolgessero compiti tipici del personale ATA e di altre figure dell'ambito scolastico".
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