"Figure bibliche nel Cinema" è il titolo del libro di Giacinto Giona Imperiale che verrà presentato domani sera nell'ambito di una serata organizzata dall'Associazione Metoxè presso Villa Stajano a Sannicola (ore 21.00) Ospite d'eccezione Don Salvatore Leopizzi.

Il cinema riflette all’infinito storie già conosciute. Crea il nuovo rigenerando l’antico in un processo di continua evoluzione mitologica. Seguendo un’ideale linea che attraversa secoli e culture, questo testo conduce il lettore a scoprire l’eco di tematiche bibliche nei più recenti film (Terminator, L’Avvocato del diavolo, Dracula di Bram Stoker ed altri). Consigliato a cinefili, studiosi ed appassionati, offre numerosi spunti di riflessione incentrati sul Sacrificio, sulla Creazione e sulla Tentazione. L’immagine del sacrificio giunge nel cinema con il più cruento tra i riti: quello dei bambini immolati al Moloch. Una divinità che pare affascinare ed influenzare anche Hitler dopo Metropolis di Lang. Il Golem, bozzo da cui fu generato il primo uomo, spinge alla blasfema emulazione di Dio. Esso influenza scrittori e registi, evolvendosi nella figura di Frankenstein e del robot fino alle più attuali speculazioni nel campo della genetica e del virtuale. Il tema del male, inteso come prova divina per tentare il saggio, trova la sua forma più suggestiva in Faust che vende l’anima al diavolo per realizzare la sua brama di conoscenza. Figure distinte che nel cinema sembrano fondersi, generando una nuova, antica mitologia.

Il Moloch, divinità associata al cruento rito infanticida già nell’Antico Testamento, fa la sua comparsa al cinema nel 1910 con Lo schiavo di Cartagine di Maggi, ma è ricordato per il celebre Cabiria di Pastrone (1914). Il Golem della cultura ebraica appare nello schermo nello stesso periodo nel cinema tedesco, trovando presto legami con il robot-Maria nell’avveniristico Metropolis di Lang. Il Faust, nota figura medievale che trova nel teatro di Marlowe ed in quello di Goethe i suoi principali autori, è portato sullo schermo dall’omonimo film di Murnau. Apparentemente slegate tra loro, queste figure si intrecciano nella mitopoiesi filmica, fino alla più recente produzione cinematografica ed hanno comuni radici nella Bibbia; richiamano rispettivamente i temi di sacrificio, creazione e tentazione. Il testo segue l’evoluzione delle figure tra letteratura (sacra e non) cinema e storia, cercando una visione d’insieme, con particolare attenzione ad alcuni aspetti tecnici legati al linguaggio cinematografico e alle difficoltà di una corretta "traduzione" dal piano linguistico a quello audiovisivo.

AUTORE

Giacinto Giona Imperiale, dottore in Filosofia, ha conseguito un dottorato in "Scienze dell’antichità classica e cristiana. Antico, tardoantico e medievale: storia della tradizione e della ricezione" presso l’Università degli Studi di Foggia. Nei suoi studi unisce le competenze in ambito cinematografico all’utilizzo di un metodo interdisciplinare che consente una visione d’insieme, indispensabile a considerare il cinema come ricettore e trasmettitore di cultura. In ambito accademico ha prodotto studi e pubblicazioni riguardanti il connubio tra cinema e psicologia (dai meccanismi del comico alle dinamiche derivanti dal concetto freudiano di unheimlich), storia (soprattutto nel film Cabiria di Giovanni Pastrone), religione e sacro (con particolare attenzione all’evoluzione dei temi e delle figure bibliche nel cinema). La passione per queste tematiche si è tradotta nella collaborazione con realtà nazionali legate al mondo della ricerca, nella sperimentazione di una forma espositiva che unisce la logica dei cineforum alla trasmissione culturale attraverso al messa in scena di conferenze spettacolo ("Viaggio nel cinema comico" e "Il cinema del terrore")