Gesù, ripieno di Spirito Santo, si trasfigura sul Monte Tabor davanti a Pietro, Giacomo e
Giovanni, che tutti ci rappresentano. Matteo oggi narra l'Evento per accomunarci tutti in
quella LUCE di Carità, che ci abita; che se non si manifesta, la colpa è da ricercarsi nella
nostra vita incapace di trasparenza. I Padri della chiesa dicono che il Monte Tabor, luogo
della trasfigurazione del Signore, è vicino al Golgota, dove Gesù morirà per Amore
dell'umanità. Forse noi viviamo con poca speranza, la nostra quotidianità, visitata dalle
piccole-grandi prove, da portare con il Redentore, al Suo seguito. Sarà questa la ragione per
cui le nostre "ombre" spengono la LUCE dello Spirito che ci abita senza poter dilagare? I tre
Apostoli che assistono al tripudio luminoso del Nazareno, dopo la sorpresa iniziale, vengono
inondati da una grande gioia: vorrebbero fermarsi ancora sul monte a contemplare la visione
del Maestro, che parla con Mosè ed Elia (la legge e i profeti) ed ascoltare la voce del Padre:
"Questi è il mio Figlio prediletto..." Ma tutto ha fine in un breve attimo. La Trasfigurazione è
una brevissima anticipazione della Resurrezione del Cristo, evento che continua a
trasformare il mondo (uomini e cose) dal di dentro. La narrazione di Matteo, oggi, ci chiede
qualche minuto di silenziosa rilettura del Vangelo perché anche a noi possa essere dato di
vivere l'esperienza prepasquale dei tre apostoli. Nel profondo di noi stessi infatti è custodito
il nostro Monte Tabor, da abitare, nella contemplazione.