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Data: 27/01/2025 - Ora: 10:42
Categoria:
Cultura
III Domenica del Tempo Ordinario.
Prima di introdurci, col Vangelo di Luca, nel racconto della presentazione di Gesù al Tempio,
vogliamo affrontare con voi un discorso, apparentemente noto e comune a tutti, che pure ha risvolti
da riconsiderare, essendo questi la radice della nostra vita di credenti. Intendiamo cioè presentarvi,
così come ci è stato dato, di sperimentarne l'essenzialità : l'Amore.
Naturalmente non intendiamo riferirci all'argomento principe delle canzonette, neanche limitarlo al
legame amicale. Con grande sorpresa ad un tratto ci siamo sentiti spinti sulla strada che conduce
alla Parola di Gesù: amatevi l'un l'altro come io vi ho amati; l'Amore si fonda su Dio stesso, in
modo speciale sullo Spirito, il Quale lega il Padre col Figlio, trasfigura, unisce, sana, fa risorgere.
Ci siamo trovati a riconoscere le nostre relazioni, troppo spesso volatili, superficiali, fondate più sul
reciproco comune modo di vedere e alla simpatia scambievole, elementi che non negano l'Amore,
ma lo riducono a semplici inclinazioni umane. L'Amore vero è molto di più. Non basta per
spiegarlo interamente la relazione coniugale, né i vincoli parentali profondi, né intensi rapporti di
solidarietà amicale. Pure il Vangelo dice che solo se ci ameremo come Gesù ci ha insegnato - LUI è
morto sulla Croce per noi, che eravamo destinati alla perdizione- ci salveremo.
La prima considerazione, che ci si è proposta, è stata la seguente: non sa amare chi non si sente amato. E ci è
venuto in mente naturalmente l'amore materno. Di fatto "la madre" capace di dedizione e di dono di
sé è il riferimento più consono a Dio stesso. C'è da dire che non tutte le donne che generano sono
"madri" nel senso che l'Amore richiede, ed è altrettanto vero che è "madre" chi è capace di
"prendersi cura" di chi ha bisogno. In questo senso Gesù, più di ogni altro essere al mondo, si è fatto
"madre" ed ancora lo è e lo sarà già cché si è fatto nostro cibo, attendendoci per curare le nostre
ferite più profonde. Molti di noi lo ignorano ma Gesù non ha amato (e continua a farlo) solo con un
amore "agapico" (che tutto si offre senza chiedere contraccambio), ma cerca nei mistici (Teresa
d'Avila e Giovanni della Croce), e in ciascuno di noi, coloro che Lo corrispondano.
Possiamo imparare ad AMARE? Sì, fermandoci a contemplare le ragioni per cui Dio si è fatto
Bambino fragile, incapace di essere autonomo, ed ancor di più accogliendoLo in noi come sfoglia
sottile di pane (=Eucaristia). L'amore di Dio è significato dalle ragioni per cui Egli sceglie, da
millenni, di restare per noi nei Tabernacoli del mondo. Se finalmente capiamo che ognuno di noi è
quella "ragione" sapremo, pazzi di gioia, quanto siamo amati, e quindi fatti capaci di amare gli altri,
a nostra volta. Se restiamo estranei a tali argomenti, continueremo a confondere l'Amore che
promana da Dio con quel po' di "sentimento" di cui parlano a iosa le canzonette, tra l'altro spesso
plagiate più volte.
Autore: Mariagrazia Camassa
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