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Data: 06/11/2019 - Ora: 09:32
Categoria:
Politica
"La "bomba sociale" di cui si sta parlando in queste ore è una condizione che da decenni logora il territorio tarantino, e non solo
Da diversi giorni il braccio di ferro tra il Governo nazionale e Arcelor Mittal è tornato al centro del dibattito pubblico per i caratteri tragici che ha assunto. La trattativa, senza un piano industriale e di sviluppo lungimirante da un lato e con l'irresponsabilità di un'azienda privata dall'altro, ha avuto come ultima evoluzione la minaccia da parte di Arcelor Mittal di abbandonare il sito jonico recidendo il contratto di affitto stipulato nel 2017.
"La "bomba sociale" di cui si sta parlando in queste ore è una condizione che da decenni logora il territorio tarantino, e non solo, con caratteri del tutto lontani dall’eccezionalità. La modalità con cui la questione ex Ilva è stata portata avanti finora, tra le contrastanti posizioni espresse dal Governo e l’assenza di garanzie da parte dell’azienda sul piano industriale ed ambientale nonché le continue minacce di esubero per migliaia di lavoratori, non fanno altro che reiterare i violenti attacchi subiti dagli studenti, lavoratori e cittadini di Taranto, costretti ad essere spettatori inermi di uno spettacolo macabro che non fornisce alcuna prospettiva futura che tenga conto dei molteplici piani interconnessi" dichiara Vittorio Ventura, Coordinatore della Rete della Conoscenza Puglia.
"Si sconta, tra le altre cose, l’assenza di un tessuto economico slegato dal solo impianto siderurgico nel capoluogo tarantino: nonostante sia essenziale migliorare la competitività produttiva del Meridione rendendo capillare lo scarso tessuto industriale presente è fondamentale incentivare lo sviluppo di attività in grado di valorizzare le risorse del territorio jonico e non solo" afferma Giada Scarnera, Coordinatrice dell’Unione degli Studenti Taranto.
"L’attuale modello di sviluppo, tutto teso all'estrazione del profitto e all’impoverimento delle conoscenze, è insostenibile: è irrimandabile una radicale inversione di rotta per fuoriuscire dal ricatto occupazionale e dai tragici intrecci che questo ha con la compromissione di diritti inviolabili e costituzionalmente sanciti come quello alla salute e allo studio" continua Walter Manfredi di Link Taranto.
"La crisi siderurgica, economica e produttiva non riguarda la sola comunità ionica: serve un "Piano per il futuro" che coinvolga tutte le componenti della società. Istruzione, lavoro, ambiente, sviluppo sono le priorità da cui ripartire. La natura privata della stessa azienda rende difficile ogni tentativo di soluzione della profonda questione sociale aperta: è necessario un grande intervento pubblico in grado di rilanciare l’economia, la ricerca e lo sviluppo del Paese, nonché l’avvio di una fase di transizione ecologica della produzione. Serve mettere in pratica un sistema integrato tra scuole, Università, produzione e territorio. Coniugare buona occupazione e sostenibilità ambientale è possibile investendo in istruzione e formazione permanente" dice Davide Lavermicocca, Coordinatore dell’Unione degli Studenti Puglia.
"Anche per queste ragioni ci vedremo a Bari il 17 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dello Studente, per una grande assemblea studentesca regionale dalla quale vogliamo far emergere un'idea chiara e programmatica sulla prospettiva delle nostre scuole, Università e territori. Istruzione, ricerca, lavoro e welfare sono le basi sulle quali costruire la Puglia del futuro!" concludono gli studenti.
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